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Un buon avvocato deve difendere uno stupratore?


Un buon avvocato deve difendere uno stupratore?Oggi affrontiamo un tema spinoso in merito alla professione forense: un buon avvocato deve difendere anche chi è accusato di reati gravi e particolarmente deplorevoli dal punto di vista morale? E’ un luogo comune piuttosto diffuso: “io non potrei mai fare l’avvocato perché non sarei mai capace di difendere stupratori, pedofili o assassini”. E sono giudizi morali emessi dall’opinione pubblica da cui spesso, soprattutto nei casi di maggiore impatto mediatico, gli avvocati penalisti sono chiamati in un certo senso a difendersi. Ultimo esempio famoso in ordine di tempo riguarda le critiche piovute contro gli avvocati che hanno accettato di difendere la banda di stupratori di Rimini. Critiche che hanno colpito soprattutto l’avvocato Ilaria Perruzza, che, in quanto donna, avrebbe dovuto a giudizio degli haters della rete rifiutare l’incarico. Difendere “il mostro” agli occhi dei benpensanti significa in un certo senso “diventarne complice”. La forca dei leoni da tastiera si è accanita talmente tanto da costringere il presidente dell’ordine di Rimini, Giovanna Ollà ad intervenire per chiarire che: “un legale non può essere criticato per aver accettato un incarico. La difesa di un indagato è un valore costituzionale. È esecrabile la violenza del linguaggio che serpeggia pericolosamente sui social”. Questo approccio diffuso cela un pregiudizio affrettato e fuorviante che vale la pena smontare in chiave giuridica.

L’importanza del diritto alla difesa: l’avvocato non può essere un lusso per pochi

Nelle aule dei tribunali campeggia la scritta “la legge è uguale per tutti”: è un principio cardine della nostra civiltà di cui il diritto alla difesa è un effetto diretto. Quello che distingue una società civile dalle genti che applicano la legge del taglione è proprio l’esistenza del diritto, ivi inclusa anche la difesa di un avvocato. Del resto è un principio che applichiamo, inconsapevolmente e senza tutti questi pregiudizi, anche in altri campi: se un chirurgo vede arrivare in sala operatoria un pedofilo o uno stupratore non è forse suo dovere deontologico intervenire per salvargli la vita con tutti i suoi mezzi? Nel diritto prima di tutto vale la presunzione d’innocenza; ma se anche si trattasse di difendere uno stupratore (abbiamo voluto volontariamente usare questa accusa infamante e di impatto mediatico) o in generale una persona accusata di un reato particolarmente infamante e contro cui le prove siano schiaccianti, significa garantirgli un equo processo e una giusta sentenza. Se così non fosse i giudici dovrebbero basare le sentenze sulle reazioni emotive ad un reato come fa la gogna mediatica e non sul diritto.

Può l’avvocato rifiutare l’incarico?

Questo, si badi bene, non significa che l’avvocato non possa decidere di rifiutare l’incarico per questo come per altri motivi o anche di rinunciare al mandato dopo averlo accettato, così come del resto il cliente è libero di cambiare avvocato in ogni stadio e fase del processo. Certo cambiare avvocato può voler dire dover ripresentare il caso dall'inizio quindi è bene ponderare bene la scelta dell'avvocato da subito per evitare di sbagliare.
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