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Le Imposte Regionali: Autonomie locali


Nell’ambito del Decentramento, le Regioni, così come anche i Comuni, godono di un’ampia autonomia. Tale Autonomia si è sviluppata a partire dagli anni novanta quando si è dato il via libera al cosiddetto Federalismo Fiscale. Con tale concetto si intende quel processo che ha pian piano spostato il fulcro dell’imposizione fiscale dal Centro, rappresentato dallo Stato, alle “Periferie” ed ha via via riconosciuto sempre più autonomia sia alle Regioni che ai Comuni, quindi agli enti più vicini al singolo cittadino. L’obiettivo è stato quello di attribuire alle autonomie locali maggiori poteri in ambito finanziario, soprattutto per quanto riguarda la gestione di entrate economiche e di spese pubbliche, con un controllo più diretto e decentralizzato sugli obblighi di ciascun contribuente. Dal 2012 ad oggi, i Comuni, Le Province e le Città Metropolitane concorrono anche ad assicurare l'osservanza dei vincoli economici e finanziari derivanti dall'ordinamento dell'Unione europea

Il principio del Federalismo Fiscale è entrato nella nostra Costituzione con la riforma del titolo V, approvata nel 2001, e dedicata proprio al rapporto tra lo Stato e le autonomie locali.

Nello specifico, la Legge Delega n. 42/2009 ha esplicitamente previsto delle disposizioni volte a stabilire i punti salienti del Federalismo Fiscale.imposte regionali

Le singole imposte regionali: esempi

Dunque, le Regioni, così come i Comuni, hanno autonome fonti di entrata economica. È bene conoscere almeno le più importanti, ovvero quelle presenti nella vita quotidiana di ognuno.

Una prima grande distinzione va fatta tra le entrate che hanno come fonte le quote di partecipazione ai tributi statali, come ad esempio imposta sul valore aggiunto IVA, e quelle che invece, derivano da Addizionali imposte ai Tributi Statali. Tra queste ultime, la più nota è sicuramente l’Addizionale Regionale Irpef. Ulteriori esempi di entrate fiscali sono costituiti dalle aliquote applicate dalle Regioni su determinati tributi Statali, come nel caso della Tassa Automobilistica Regionale o dell’ Imposta provinciale di Trascrizione dei veicoli.

Infine, non si può non indicare un altro Tributo Regionale di particolare importanza che è l’ IRAP, ovvero l’ Imposta Regionale sulle Attività Produttive. Peraltro, dal 2009 detto Tributo è proprio inquadrabile quale tributo regionale.

Altri Tributi Regionali sono: la Tassa per l’abilitazione all’Esercizio Professionale, l’imposta regionale sulle concessioni statali dei beni del demanio marittimo, l’imposta regionale sulle concessioni statali per l’occupazione dei beni del patrimonio indisponibile, le tasse sulle concessioni regionali ed altre tasse previste dalla legislazione vigente.

Chiaramente si tratta di un elenco esemplificativo, che non vanta alcuna pretesa di esaustività, ma che offre un’idea dell’imposizione fiscale demandata alle Regioni e che si consiglia di approfondire, magari con l’aiuto di un esperto in materia tributaria che abbia le conoscenze necessarie per offrire una consulenza legale.

Addizionale IRPEF: Avvocato Tributarista

Come già detto, l’addizionale Regionale è un’imposta aggiuntiva di cui ciascun contribuente è debitore nei confronti della Regione presso la quale ha il domicilio fiscale, alla data del 1 gennaio di ogni anno.

Chiariamo subito la differenza tra domicilio fiscale e residenza anagrafica, perché spesso si fa confusione. In linea di massima i due riferimenti coincidono, cioè si ha domicilio fiscale nella stessa Regione dove si ha residenza anagrafica, però nel momento in cui si effettua un trasferimento in un’altra regione bisogna tener presente che il domicilio fiscale impiegherà 60 giorni per aggiornarsi e coincidere nuovamente con la residenza anagrafica.

Quindi, ad esempio, se alla data del 1 gennaio, data che interessa per il versamento dell’addizionale Irpef, il domicilio fiscale non è stato ancora aggiornato rispetto alla residenza anagrafica, il versamento dell’imposta deve essere effettuato in favore della regione dove si risiede fiscalmente, non fisicamente. Se per ipotesi, si ha residenza anagrafica in Lombardia e domicilio fiscale ancora in Campania, l’addizionale Irpef sarà dovuta alla regione Campania e non alla regione Lombardia.

Calcolo Addizionale IRPEF

Come si può calcolare l’addizionale IRPEF? Il calcolo dell’imposta è molto semplice, si effettua in due momenti, cioè a dicembre, quindi a fine anno oppure a fine rapporto di lavoro. In entrambi i casi al reddito prodotto durante l’anno sarà applicata l’aliquota prevista dalla regione dove si ha domicilio fiscale alla data del 1 gennaio dell’anno in questione. Ovviamente l’addizionale pagata riguarderà l’anno precedente a quello corrente, ad esempio a gennaio 2023 sarà calcolata l’addizionale dell’anno 2022 e pagata in 11 rate di uguale importo, da gennaio fino a novembre 2023.

Se, invece il rapporto di lavoro cessa, l’addizionale verrà addebitata subito proprio perché non si avranno ulteriori buste paga per dilazionare il pagamento in rate.

La materia fiscale è molto complessa e può facilmente accadere di essere vittima di imposte non dovute, di sanzioni o di contestazioni, per questo è sempre opportuno consultare un Avvocato Tributarista e riuscire a tutelare al meglio le proprie ragioni.

IRAP: chi colpisce?

L’IRAP è l’imposta regionale sulle attività produttive, e già dal nome si desume che il suo gettito, almeno per la parte più rilevante è destinato alle Regioni e non allo Stato. Questa imposta colpisce Aziende, Enti e Liberi professionisti, ma di riflesso colpisce anche i lavoratori agricoli, nonostante non svolgano attività commerciale.

La base imponibile dell’Irap è determinata in forza della differenza tra valore della produzione e costi della produzione. Malgrado, il calcolo sembri semplice, è necessario considerare che vi sono alcuni costi non deducibili dall’Irap e ciò rende la base imponibile più alta rispetto a quella prevista per l’IRES

Quando si paga? L’ Irap si paga con il meccanismo del saldo-acconto e precisamente a giugno e a novembre di ogni anno. Tuttavia, è un’imposta molto discussa perché alcune volte è dovuta anche in caso di perdita d’esercizio, suscitando ovviamente il dissenso delle aziende.

Il mancato pagamento dell’ IRAP: sanzioni

L’IRAP deve essere versata alla Regione di competenza. L’omesso versamento o la dichiarazione irregolare danno luogo all’applicazione di sanzioni che vanno da un minimo di euro 258,00 sino ad oltre euro 2.000,00. Il D.Lgs 446/1997 poi, in materia di imposte sui redditi, sanziona altresì il caso di versamento dell’imposta in misura inferiore rispetto a quella dovuta e il ritardato versamento sia dell’acconto Irap che del saldo. E’ altresì punita la violazione degli obblighi di tenuta della contabilità nonché quelli relativi alla sua conservazione.

Ravvedimento operoso: Avvocato

Con riferimento al mancato versamento dell’imposta o al suo versamento tardivo, il D.LGS 472/1997 prevede la possibilità per il contribuente di richiedere il Ravvedimento Operoso che è lo strumento attraverso il quale il contribuente può regolarizzare la propria posizione entro trenta giorni dalla data in cui è stata commessa la violazione pagando, oltre all’imposta dovuta, anche gli interessi e la relativa sanzione. Il vantaggio offerto da tale strumento è la possibilità di vedere diminuita la sanzione in misura di un ottavo in caso di irregolarità nel pagamento o di un decimo in caso di totale assenza del versamento.

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