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I Delitti contro Il Patrimonio – Consulenza Legale


I delitti contro il patrimonio sono disciplinati dal Codice Penale al Titolo XIII e sono reati che offendono gli interessi patrimoniali. Proprio per questo emerge un collegamento diretto tra il diritto civile, che si fonda in particolare su aspetti economici quali appunto il patrimonio, la proprietà ecc. e il diritto penale teso essenzialmente alla tutela dei singoli diritti, inclusi quelli di carattere strettamente economico.

Detti reati possono essere monoffensivi o plurioffensivi. I primi offendono solo beni patrimoniali mentre i secondi offendono sia il patrimonio che la libertà personale.

In dottrina viene poi operata un’altra distinzione. Si procede infatti a classificare detti delitti come reati nei quali vi è la cooperazione della vittima, e dunque in tali reati la stessa vittima contribuisce a realizzare la fattispecie criminosa, oppure delitti di aggressione unilaterale nei quali l’agente non si avvale di alcuna collaborazione.

Cosa si intende per patrimonio?furto

Abbiamo detto che detti reati hanno come bene giuridico tutelato il patrimonio, ma il concetto di patrimonio deve essere inteso nella sua accezione più ampia e quindi considerato come il complesso dei rapporti giuridici che possono essere oggetto di valutazione economica.

Ancora, in tali reati il danno va inteso come diminuzione patrimoniale provocata a seguito del reato e cioè nel momento in cui si vanno a colpire le risorse economiche di una persona determinandone l’impoverimento. Nei reati contro il patrimonio è in generale configurabile anche solo il tentativo mentre l’elemento soggettivo comune dell’agente è il dolo specifico, ovvero l’intenzione, la volontà dell’agente di agire per raggiungere un determinato fine.

Quali sono i crimini contro il Patrimonio?

Nel nostro ordinamento il Patrimonio è un bene giuridico di fondamentale importanza e proprio per questo riceve una specifica tutela. Inoltre i reati che riguardano questo bene sono molto comuni e se ne sente parlare tutti i giorni, si pensi ad una persona che subisce il furto di un’auto, oppure una truffa da un’agente immobiliare ecc. 

Ad ogni modo, le figure criminose previste come reati contro il patrimonio sono molto numerose per cui, a titolo esemplificativo, possiamo citare:

- il Furto in abitazione e il Furto con strappo

- la Sottrazione di cose comuni

- la Rapina

- l’Estorsione

- il Sequestro di persona a scopo di rapina o di estorsione

- l’Usurpazione

- il Danneggiamento

- l’Introduzione o abbandono di animali nel fondo altrui e pascolo abusivo

- Deturpamento e imbrattamento di cose altrui ed infine

- la Truffa.

Data la vastità delle possibili lesioni patrimoniali, spesso anche piccole sfumature possono differenziare un reato dall’altro e naturalmente da queste differenze discenderanno anche sanzioni di diversa entità La consulenza legale di un avvocato penalista può risultare utile qualora si sia vittima di un furto, di una truffa, o quando viceversa si è destinatari di una denuncia per usurpazione, estorsione ecc.

Il Reato di furto: parere legale

Tra i principali delitti contro il Patrimonio vi è il reato di Furto. L’articolo 624 punisce infatti “Chiunque s'impossessa della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene, al fine di trarne profitto per sé o per altri, è punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e con la multa da euro 154 a euro 516. Agli effetti della legge penale, si considera cosa mobile anche l'energia elettrica e ogni altra energia che abbia un valore economico”.

Questo reato è incluso nella categoria dei cd. Delitti comuni, ovvero quei crimini che possono essere commessi da chiunque senza necessità di ricoprire una specifica carica, si pensi al contrario ai reati di peculato e concussione che possono essere commessi solo da un Pubblico Ufficiale.

È necessario però l’elemento soggettivo del dolo, ciò significa che chi commette furto deve essere consapevole di voler sottrarre ad una persona un bene di sua proprietà, perché se così non fosse non si potrebbe parlare di furto.

Infine questo delitto è punibile a querela da parte della persona offesa.

Tutte le sanzioni se si commette Rapina

L’articolo 628 del codice penale punisce invece il reato di Rapina e dunque “Chiunque, per procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto, mediante violenza alla persona o minaccia, s'impossessa della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene è punito con la reclusione da 5 a 10 anni e con la multa da euro 927 a euro 2.500.

Alla stessa pena soggiace chi adopera violenza o minaccia immediatamente dopo la sottrazione, per assicurare a sé o ad altri il possesso della cosa sottratta, o per procurare a sé o ad altri l'impunità.

La pena è della reclusione da 6 anni a 20 anni e della multa da euro 2.000 a euro 4.000:

1) se la violenza o minaccia è commessa con armi, o da persona travisata, o da più persone riunite;

2) se la violenza consiste nel porre taluno in stato di incapacità di volere o di agire;

3) se la violenza o minaccia è posta in essere da persona che fa parte dell'associazione di cui all'articolo 416-bis;

3-bis) se il fatto è commesso nei luoghi di cui all’articolo 624-bis o in luoghi tali da ostacolare la pubblica o privata difesa;

3-ter) se il fatto è commesso all’interno di mezzi di pubblico trasporto;

3-quater) se il fatto è commesso nei confronti di persona che si trovi nell’atto di fruire ovvero che abbia appena fruito dei servizi di istituti di credito, uffici postali o sportelli automatici adibiti al prelievo di denaro.

3-quinquies) se il fatto è commesso nei confronti di persona ultrasessantacinquenne.

Le circostanze attenuanti, diverse da quella prevista dall’articolo 98, concorrenti con le circostanze aggravanti di cui al terzo comma, numeri 3), 3-bis), 3-ter) e 3-quater), non possono essere ritenute equivalenti o prevalenti rispetto a queste e le diminuzioni di pena si operano sulla quantità della stessa risultante dall’aumento conseguente alle predette aggravanti.

Differenze tra furto e rapina

Furto e Rapina non sono la stessa cosa, la seconda è più grave perché prevede anche l’uso della violenza e della minaccia. La rapina, infatti, si differenzia dal furto proprio in ragione dell’utilizzo di un metodo violento per ottenere un profitto ingiusto dalla persona.

Tuttavia la violenza e la minaccia devono essere riconducibili all'impossessamento del bene, altrimenti avrebbero una loro rilevanza penale autonoma e non più riconducibile al reato di rapina.

Inoltre contro il furto la persona derubata può agire mediante querela in modo da rendere noto alle autorità competenti la commissione del delitto, invece per la rapina è prevista la denuncia vera e propria.

Cos’è l’estorsione? Chiediamo all’avvocato

Si parla di estorsione quando una persona mediante un comportamento violento e minaccioso costringe taluno a fare od omettere qualcosa, procurando coì un ingiusto profitto per sé o altri e allo stesso tempo arrecando un danno al soggetto offeso. Esempio classico di estorsione è quello che in Italia prende il nome di “Pizzo”, cioè il pagamento di una somma di denaro da parte di chi ha un’attività economica, ad esempio un commerciante, un ristoratore, in cambio di una presunta offerta di protezione.

Nel codice penale il reato di estorsione è disciplinato dall’Articolo 629 il quale recita:

“Chiunque, mediante violenza o minaccia, costringendo taluno a fare o ad omettere qualche cosa, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da 5 a 10 anni e con la multa da euro 1.000 a euro 4.000”.

Anche in questo caso si tratta di un reato comune, che si ripete può essere commesso da chiunque, ma se commesso da un pubblico ufficiale con abuso di poteri integra un reato di concussione.

La pena è aumentata ed è pari alla reclusione da 6 a 20 anni e della multa da euro 5.000 a euro 15.000 se concorre taluna delle circostanze indicate nell'ultimo capoverso dell'articolo precedente (art. 628 c.p.).

Le ipotesi di sequestro di persona: Avvocato penalista

Occorre distinguere il sequestro di persona puro, disciplinato dall’art 605 c.p., dal sequestro di persona per scopo di estorsione o rapina che invece è disciplinato dall’art 630 del codice penale.

Il primo è teso a garantire la libertà personale dei soggetti che viene appunto limitata, il secondo invece pur limitando la libertà dei soggetti è volto a realizzare l’estorsione quindi ha anche una rilevanza economica che lo inquadra proprio tra i delitti contro il patrimonio.

Ciò non vuol dire che l’elemento personale non abbia rilevanza, anzi al contrario può essere aggravato dall’evento morte anche se non voluto dal reo. Si tratta più specificamente di reato plurioffensivo, posto a tutela sia della libertà individuale, sia del patrimonio.

Materialmente questo reato consiste nel sequestrare una persona, con il fine di costringere essa stessa o altre persone a corrispondere una somma di denaro per la liberazione, e per alcuni versi somiglia al cd. Ricatto. È necessario però che questa privazione duri nel tempo altrimenti non ci sarebbe una vera privazione della libertà, ed è altresì necessario che il colpevole ottenga il profitto desiderato.

Sanzioni per sequestro a scopo di estorsione

Questa seconda categoria di sequestro è regolata dall’art 630 c.p. il quale prevede che:

 “Chiunque sequestra una persona allo scopo di conseguire, per sé o per altri, un ingiusto profitto come prezzo della liberazione, è punito con la reclusione da 25 a 30 anni.

Se dal sequestro deriva comunque la morte, quale conseguenza non voluta dal reo, della persona sequestrata, il colpevole è punito con la reclusione di anni 30.

Se il colpevole cagiona la morte del sequestrato si applica la pena dell'ergastolo.

Al concorrente che, dissociandosi dagli altri, si adopera in modo che il soggetto passivo riacquisti la libertà, senza che tale risultato sia conseguenza del prezzo della liberazione, si applicano le pene previste dall'articolo 605.

Se tuttavia il soggetto passivo muore, in conseguenza del sequestro, dopo la liberazione, la pena è della reclusione da 6 a 15 anni.

Nei confronti del concorrente che, dissociandosi dagli altri, si adopera, al di fuori del caso previsto dal comma precedente, per evitare che l'attività delittuosa sia portata a conseguenze ulteriori ovvero aiuta concretamente l'autorità di polizia o l'autorità giudiziaria nella raccolta di prove decisive per l'individuazione o la cattura dei concorrenti, la pena dell'ergastolo è sostituita da quella della reclusione da 12 a 20 anni e le altre pene sono diminuite da un terzo a due terzi.

Reato di danneggiamento

Si commette reato di danneggiamento quando si procura un danno ad un bene mobile o immobile altrui ma abbastanza rilevante, in quanto si ritiene esclusa la responsabilità penale laddove la lesione sia troppo esigua. In questa ipotesi l’obiettivo della legge è quello di tutelare l’integrità del patrimonio mobiliare e immobiliare che potenzialmente può essere minacciato da atti violenti.

L’articolo 635 punisce il reato di Danneggiamento e dunque dispone che:

“Chi distrugge, disperde, deteriora o rende, in tutto o in parte, inservibili cose mobili o immobili altrui con violenza alla persona o con minaccia ovvero in occasione di manifestazioni che si svolgono in luogo pubblico o aperto al pubblico o del delitto previsto dall'articolo 331, è punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni.

Alla stessa pena soggiace chiunque distrugge, disperde, deteriora o rende, in tutto o in parte, inservibili le seguenti cose altrui:

1. edifici pubblici o destinati a uso pubblico o all'esercizio di un culto o cose di interesse storico o artistico ovunque siano ubicate o immobili compresi nel perimetro dei centri storici, ovvero immobili i cui lavori di costruzione, di ristrutturazione, di recupero o di risanamento sono in corso o risultano ultimati o altre delle cose indicate nel numero 7) dell'articolo 625;

2. Opere destinate all'irrigazione;

3. piantate di viti, di alberi o arbusti fruttiferi, o boschi, selve o foreste, ovvero vivai forestali destinati al rimboschimento;

4. attrezzature e impianti sportivi al fine di impedire o interrompere lo svolgimento di manifestazioni sportive...omissis...”

Requisiti essenziali sono anche la violenza e la minaccia, che possono presentarsi in qualunque fase dell’azione criminosa ma devono in ogni caso rappresentare il mezzo per commettere il delitto di danneggiamento.  

Cosa rischia chi Truffa?

Insieme al Furto, il delitto contro il Patrimonio sicuramente più diffuso e comune è la Truffa.

Truffare non vuol dire altro che ingannare una persona con raggiri e artifizi in modo da indurla ad arricchire, ovviamente a sua insaputa, il truffatore. Ai fini del reato non è sufficiente la mera bugia, o il silenzio del truffatore, ma è necessario che quest’ultimo assuma un comportamento attivo volto a imbrogliare la vittima e così arricchirsi.

La pena prevista è la reclusione da 6 mesi a 3 anni e la multa da euro 51 a euro 1.032. Tuttavia queste sanzioni possono essere aumentate prevedendo la reclusione da 1 a 5 anni e la multa da euro 309 a euro 1.549:

1) se il fatto è commesso a danno dello Stato o di un altro ente pubblico o dell'Unione europea o col pretesto di far esonerare taluno dal servizio militare

2) se il fatto è commesso ingenerando nella persona offesa il timore di un pericolo immaginario o l'erroneo convincimento di dovere eseguire un ordine dell'Autorità

2-bis) se il fatto è commesso in presenza della circostanza di cui all’articolo 61, numero 5 c.p.

Com’è evidente è sempre necessaria un’analisi del singolo caso specifico per determinare l’entità della responsabilità penale, per questo, soprattutto in diritto penale si consiglia di affidarsi ad un avvocato specializzato, mediante una ricerca anche online che con un po’ di fortuna può condurre ad un professionista esperto nella materia e che magari sia anche un avvocato economico.

Come fare per non essere truffati online

Al giorno d’oggi uno dei luoghi in cui avvengono la maggior parte delle truffe è proprio il web, perché ormai utilizziamo internet per fare quasi tutto: organizzare viaggi, trovare casa e affittarla, acquistare abiti, controllare il conto corrente ecc.

È importante fare attenzione ad alcune componenti per evitare di essere truffati, anche perché queste tipologie di truffe sono difficili da smascherare e da sanzionare. In primo luogo bisogna stare attenti a quelle email sospette che contengono link di indirizzamento a specifici siti web, che sono proprio quelli gestiti dai truffatori, in questi casi spesso viene chiesto di inserire la propria carta di credito, la password di accesso all’home banking e le proprie credenziali.

In secondo luogo è consigliabile affidarsi sempre a portali web sicuri ed accreditati, magari anche leggendo le recensioni di altri utenti che li hanno già utilizzati.

In terzo luogo è importante verificare la verità delle informazioni senza fidarsi troppo di tutto ciò che si trova scritto in un annuncio online.

Certo è che, quando si parla di truffe online è difficile indicare con precisione le caratteristiche del reato, ma ad ogni modo potersi affidare ad un esperto in diritto penale è un vantaggio per la tutela del proprio patrimonio. E dunque cercare un avvocato penalista specializzato in truffe potrà essere d’aiuto per evitare ulteriori brutte sorprese.

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