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Quali sono le modalità per pagare lo stipendio? Avvocato


Stipendio pagato in contanti: è legale?

Per il pagamento degli stipendi, in Italia è stata emanata una apposita legge, ossia la n. 205 del 2017 che come criterio generale obbliga il datore di lavoro a pagare gli stipendi ai propri dipendenti con modalità che garantiscano la tracciabilità dei pagamenti effettuati.

Quindi, in linea di massima, il denaro contante che non è un mezzo di pagamento tracciabile non è idoneo al pagamento della busta paga.

Il divieto per i datori di lavoro è scritto in maniera chiarissima all’art. 1 co 911 della suddetta legge, e precisamente:

“I datori di lavoro o committenti non possono corrispondere la retribuzione per mezzo di denaro contante direttamente al lavoratore, qualunque sia la tipologia del rapporto di lavoro instaurato”.

Cerchiamo di capire quali sono le conseguenze per il datore che non rispetti il divieto e per il lavoratore che accetta o si rifiuta di ricevere il salario in contanti. In ipotesi dubbie è sempre consigliabile rivolgersi ad un avvocato del lavoro.

Per quali professioni c’è il divieto di retribuire in contanti

Tutti i lavoratori dipendenti che abbiano firmato un contratto di lavoro subordinato possono ricevere lo stipendio unicamente con modalità tracciabili, ad esempio:

- bonifici su conto corrente,

- assegni,

- o addirittura in alcuni casi presso lo sportello della Banca dove il datore ha aperto un proprio conto con mandato di pagamento dato al dipendente.

Quindi, per fare un quadro completo di tutte le professioni per le quali c’è il divieto di pagare il salario con denaro contante, è bene sapere che il divieto riguarda:

- contratti di lavoro subordinato a tempo determinato o indeterminato

- contratti di lavoro part-time

- apprendistato

- lavoro intermittente, a chiamata o accessorio

- collaborazioni continuate o contratti co.co.co.

Ad ogni modo, per tutti i lavori subordinati è necessario utilizzare strumenti di pagamento tracciabili per corrispondere la busta paga al lavoratore.

Quando si può pagare lo stipendio in contanti?

Al divieto sopra esposto, fanno eccezione alcune ipotesi di lavoro per i quali c’è la possibilità di effettuare il pagamento dello stipendio in contanti, seppur l’utilizzo di mezzi tracciabili è sempre preferito e consigliato.

Dunque, possono ricevere il pagamento in contanti:

- le badanti, o comunque coloro che sono addetti a lavori e servizi familiari;

- i titolari di borse di studio

- in alcuni casi anche i tirocinanti e gli stagisti

- i rimborsi spese, che in genere sono fuori dalla busta paga.

Attenzione, però, perché ogni caso è a sé e la normativa oggi in vigore potrebbe subire delle variazioni nel tempo, considerata l’evoluzione odierna sia dei mezzi di pagamento che delle modalità di contratti di lavoro.

Quindi, se per caso si vuole pagare la propria badante in contanti è sempre meglio prima delucidarsi con un avvocato, anche solo per una rapida consulenza sulla questione.

Avvocato: il dipendente può rifiutare lo stipendio in contanti?

La risposta è Sì.

Il dipendente che riceve il proprio stipendio in contanti o altro modo non tracciabile ha tutto il diritto di rifiutare il pagamento e pretenderlo con mezzi che ne garantiscano la tracciabilità.

Nel caso in cui, il datore di lavoro dovesse rifiutarsi, oltre alla sanzione prevista per aver pagato in contanti lo stipendio, sarà inadempiente e probabilmente destinatario di una lettera di diffida legale da parte del proprio lavoratore, o addirittura nella peggiore delle ipotesi di un atto di citazione in giudizio.

Di riflesso, anche il datore ha il pieno diritto di rifiutarsi di pagare lo stipendio in contanti laddove richiesto dal lavoratore.

Sanzioni per il datore che paga in contanti

Il datore che paga lo stipendio in contanti rischia una sanzione amministrativa che va da un minimo di euro 1.000 ad un massimo di 5.000 euro.

Questa conseguenza si applica anche nel caso in cui il datore di lavoro e il dipendente si siano accordati per il pagamento in contanti perché di fatto il datore sta comunque violando la normativa italiana, fermo restando che il pagamento effettuato sarà valido, nel senso che il datore ha adempiuto alla propria obbligazione verso il dipendente.

Non va dimenticato, poi, che in caso di lavoro in nero si applicherà una pesante multa.  

Cos’è i limite dei pagamenti in contanti?

Al fine di consentire la trasparenza nei pagamenti e nella circolazione del denaro, in Italia esiste il cosiddetto “Tetto al contante” che a decorrere dal 1 gennaio 2023 è pari a 4.999,99 euro, cifra al di sopra della quale è necessario pagare con mezzi che garantiscano la tracciabilità.

Nel caso degli stipendi però, non si applica questa regola del tetto al contante, perché anche per cifre inferiori a 4.999,99 euro è sempre necessario utilizzare mezzi che assicurino la tracciabilità del pagamento.

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