Trova Online l’Avvocato
che stai cercando

Gratis e Senza Impegno.
Fissa un appuntamento con l'Avvocato

Omessa dichiarazione dei redditi: cosa succede


Cosa succede se non faccio la dichiarazione dei redditi

Tutti i cittadini sono contribuenti dello Stato, ma il pagamento delle tasse non è uguale per tutti poiché dipende dal reddito di ciascuno.

Omettendo la dichiarazione dei redditi, l’Agenzia delle entrate non è in grado di calcolare le imposte dovute allo Stato dai singoli contribuenti in base ai relativi redditi patrimoniali e ciò comporta l’applicazione di pesanti sanzioni pecuniarie.

La dichiarazione dei redditi si considera omessa se la stessa non è presentata entro 90 giorni dalla scadenza prefissata e riguarda:

- il modello Redditi Persone Fisiche, Società di capitali e modello IRAP

- il modello 730

- la Dichiarazione IVA

Quando è obbligatoria la dichiarazione dei redditi

La dichiarazione dei redditi è obbligatoria per tutti i seguenti soggetti:

- titolari di partita IVA

- soggetti che nel corso dell’anno hanno avuto più datori di lavoro

- lavoratori dipendenti che hanno ricevuto una indennità o somme pagate dall’INPS, si pensi ad esempio alla disoccupazione

- collaboratori domestici (badanti, colf, anche se in questo caso c’è il problema di chi lavora in nero)

- tutti i contribuenti che durante l’anno non hanno pagato le addizionali Irpef, le quali saranno quindi conteggiate nella dichiarazione dei redditi;

- tutti i contribuenti che hanno percepito redditi da tassare con imposta sostitutiva.

Va poi detto che il modello 730 per presentare la dichiarazione dei redditi può essere utilizzato da parte dei lavoratori dipendenti e dai pensionati.

Quando la dichiarazione dei redditi è omessa?

La dichiarazione dei redditi si considera omessa, non solo in caso di totale mancanza della stessa, ma anche:

- quando è presentata oltre i 90 giorni dopo la scadenza prevista, in tal caso infatti c’è un ritardo eccessivo e l’agenzia delle entrate non considera più regolare la presentazione della documentazione. In tal caso, però la dichiarazione costituisce comunque titolo per la riscossione delle imposte;

- se redatta su modelli non conformi a quelli ministeriali, in tale ipotesi la dichiarazione dei redditi è nulla e non costituisce neppure titolo per la riscossione delle imposte relative ai redditi imponibili in essa indicati;

- se la dichiarazione non è sottoscritta. In questa ultima circostanza la dichiarazione è nulla perché manca la paternità della stessa, tuttavia il contribuente disattento può rimediare entro 30 giorni dal momento in cui riceve una comunicazione da parte dell’Ente riscossione di regolarizzare la documentazione inviata.

Cosa rischia chi omette la dichiarazione: avvocato

Le sanzioni pecuniarie per chi omette di presentare una regolare dichiarazione dei redditi sono molto pesanti, e vanno calcolate in percentuali crescenti in base al reddito effettivamente dichiarato dal contribuente (o non dichiarato) e il reddito realmente esistente accertato da parte dell’agenzia dell’entrate.

Vediamo nel dettaglio gli scaglioni delle sanzioni:  

- in caso di omessa dichiarazione la sanzione amministrativa pecuniaria va da un minimo del 120% ad un massimo del 240% dell’ammontare delle imposte dovute;

- se si invia la dichiarazione corretta entro i 90 giorni successivi alla scadenza, è possibile avvalersi del ravvedimento operoso e pagare una sanzione pari ad 1/10 del minimo;

- se si presenta la dichiarazione in ritardo, ma entro un anno dalla scadenza iniziale, allora la sanzione si dimezza e l’importo da versare oscilla tra il 60% e il 120% delle imposte dovute.

Dichiarazione infedele

Quando manca una corrispondenza tra reddito dichiarato e quello effettivamente posseduto, si parla di dichiarazione dei redditi infedele.

In questi casi la sanzione prevista va dal 90% al 180% della maggiore imposta dovuta. Ci sono poi delle aggravanti se il contribuente ha manipolato la propria situazione reddituale o ha simulato situazioni inesistenti.

Attenzione a questa circostanza perché in alcune ipotesi la dichiarazione dei redditi infedele può addirittura integrare reato e precisamente quando:

- l’imposta evasa è superiore a 100.000 euro;

- l’ammontare complessivo degli elementi attivi sottratti alla tassazione supera del 10% l’ammontare complessivo dell’attivo riportato all’interno della dichiarazione.

La sanzione penale prevista per l’evasore è la reclusione da un minimo di 2 anni ad un massimo di 4 anni e 6 mesi.

La dichiarazione dei redditi va in prescrizione?

Anche per la dichiarazione dei redditi c’è un termine di prescrizione pari a 5 anni.

Per la precisione, se entro il 31 dicembre del quinto anno rispetto a quello in cui la dichiarazione andava trasmessa l’Agenzia delle entrate non notifica alcun avviso di accertamento, deve intendersi avvenuta la prescrizione.

Non sono, invece, previsti termini specifici di prescrizione se è stato commesso un illecito amministrativo per il quale è stabilita la pena della reclusione in carcere, ossia quando la dichiarazione presentata è infedele.

In tali circostanze, oltre che far fede ad un buon commercialista sarebbe più che opportuno chiedere anche una consulenza legale ad un avvocato tributarista e penalista, da un lato per assicurarsi che tutti gli adempimenti di legge siano compiuti, dall’altro per conoscere fin da subito le sanzioni anche penali in cui si rischia di incorrere.

Avvocato per tutela del contribuente

Nel caso in cui si riceve un avviso di accertamento da parte dell’Agenzia dell’Entrate con il quale si contesta l’omessa presentazione della dichiarazione dei redditi il primo strumento a disposizione del contribuente è il ravvedimento operoso, volto a regolarizzare le omissioni e i versamenti carenti, beneficiando della riduzione delle sanzioni.

Dunque, anche in questo caso sarà possibile provvedere al pagamento delle imposte non versate o versate in ritardo e le sanzioni applicate saranno ridotte fino ad 1/8 in caso di regolarizzazione di errori di pagamento o fino ad 1/10 in caso di mancato pagamento.

Ad ogni modo, è preferibile affidarsi in primis ad un commercialista, ma al contempo ad un avvocato tributarista per essere seguiti sia sul profilo fiscale che su quello legale.

CONTATTA GRATIS L'AVVOCATO SPECIALIZZATO IN QUESTA MATERIA

Potrebbe interessarti:

Le informazioni riportate in questo articolo sono a carattere generico e non possono essere considerate documenti ufficiali, così come non possono in alcun modo sostituire il parere di un professionista. Per gli stessi motivi Easy Web Project Srl non risponde in alcun modo della correttezza di quanto riportato, così come dell’aggiornamento dei contenuti, in quanto argomenti suscettibili di modifiche nel tempo. EWP invita pertanto gli utenti a consultare direttamente un avvocato per avere informazioni aggiornate, certe e conformi al proprio caso specifico.

richiesta all'avvocato