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Riconoscimento figlio naturale – Consulenza legale


Riconoscimento del figlio nel testamento: posso revocarlo?

Com’è noto la legge distingue tra figli legittimi e figli naturali, i primi nati all’interno di un matrimonio e per i quali la legge presume la paternità in capo al marito della madre (fino alla dimostrazione del contrario che si ha con l’azione di disconoscimento della paternità), e i secondi nati fuori dal matrimonio per i quali sorge il delicato problema del riconoscimento della paternità.

La dichiarazione di riconoscimento, sia essa volontaria o giudiziale, permette di parificare a livello giuridico i figli naturali e quelli legittimi, permettendo ai primi di accedere a molteplici diritti, ossia: ottenere la rappresentanza legale dei genitori, il mantenimento economico fino al raggiungimento della maggiore età o in alcuni casi fino ad una propria indipendenza, ma soprattutto essere tutelati anche in relazione ai diritti successori al fine di prendere parte al patrimonio ereditario del padre.

Data la delicatezza dell’argomento, in situazioni del genere è vivamente consigliato avere una consulenza legale con un avvocato esperto in diritto della famiglia, soprattutto perché il riconoscimento può essere sia volontario con una dichiarazione di parte sia giudiziale con l’emissione di una sentenza del giudice all’esito di un procedimento in Tribunale e per il quale è obbligatoria la difesa di un legale rappresentate.

Termini e modalità per riconoscere il figlio

Il riconoscimento del figlio nato fuori dal matrimonio può essere fatto in qualunque momento successivo alla nascita, senza limiti di tempo, mediante atto pubblico ricevuto da un ufficiale giudiziario o anche per testamento.

Ciò vuol dire che se il padre, prima di morire scrive un testamento e dichiara di riconoscere il figlio come tale, lo status di figlio verrà attribuito solo successivamente alla sua morte al momento di pubblicazione e registrazione del testamento.

In tal caso si parla di un riconoscimento volontario, ossia senza l’intervento di una sentenza del giudice.

Per riconoscere un figlio occorre aver raggiunto almeno il sedicesimo anno di età, e può essere compiuto da uno o entrambi i genitori a prescindere dal fatto che siano uniti in matrimoni.

Posso revocare il riconoscimento con il testamento?

Il riconoscimento del figlio, disciplinato dall’articolo 256 del codice civile è un atto solenne e irrevocabile, ciò vuol dire che se si è deciso di effettuarlo poi non si può cambiare idea.

Un dubbio potrebbe sorgere nell’ipotesi in cui il riconoscimento avvenga per testamento, atto di per sé revocabile fino ad un momento prima della morte del testatore, il quale può decidere di annullare il vecchio testamento per scriverne uno nuovo. In tal caso qual è la sorte del riconoscimento del figlio?

In caso di revoca del testamento, tutte le disposizioni in esso contenute saranno annullate, tranne il riconoscimento del figlio che non è revocabile neppure per testamento.

Nella pratica potrebbe essere difficile dimostrare la dichiarazione di riconoscimento del figlio se il testamento è stato revocato, si pensi ad esempio ad un testamento olografo conosciuto solo dal de cuius e bruciato prima di morire, diversamente se la disposizione era contenuta in un testamento pubblico redatto dal notaio è ormai resa nota la dichiarazione di riconoscimento.

Riconoscimento figlio dopo il testamento

Immaginiamo che il padre faccia testamento senza contemplare un figlio naturale, non ancora riconosciuto e con il quale ha iniziato un rapporto di regolare frequentazione solo dopo la stesura del testamento ma senza mai riconoscerlo prima di morire. Quali diritti avrebbe il figlio?

In verità, in tal caso dovrebbe agire in primis per ottenere il riconoscimento dello status di figlio, e in tal caso l’azione giudiziale deve essere proposta nei confronti degli eredi del defunto. La legge prevede addirittura che se il figlio muore prima di avviare l’azione per il suo riconoscimento, questa può essere proposta dai suoi discendenti entro 2 anni dall’apertura della successione.

In secondo luogo dovrà agire per ottenere la nullità del testamento in cui non è stato contemplato, perché se viene accertato il suo status di figlio egli diventa un legittimario a tutti gli effetti e destinatario di una quota di eredità per legge.

Cos’è il disconoscimento della paternità

Il disconoscimento di paternità è un’azione giudiziaria, con la quale si chiede al giudice di emettere una sentenza in cui si dà atto che tra un presunto padre e un presunto figlio in realtà non sussiste alcun legame biologico.

Questa azione può essere proposta:

- dalla madre entro il termine di 6 mesi dalla nascita del figlio o dal momento in cui è venuta a conoscenza dell’impotenza del marito;

- dal padre entro il termine di 1 anno che decorre dalla nascita del bambino, o dal momento in cui egli ha scoperto la propria impotenza o l’adulterio della moglie al tempo del concepimento.

- dal figlio stesso, senza limiti di tempo.

Diversamente dal riconoscimento, l’azione di disconoscimento è solo giudiziale nel senso che non può essere prevista come dichiarazione volontaria del presunto padre.

Avvocato per riconoscimento del figlio

Avviare una procedura di riconoscimento del figlio richiede la presenza di alcuni requisiti e il rispetto di un iter prefissato dalla legge.

Prima di tutto, i genitori dovranno presentare:

- l’attestazione di nascita, rilasciata dal medico o dall'ostetrica che ha assistito al parto

- un documento di riconoscimento valido del dichiarante (per gli stranieri servirà il passaporto e/o il permesso di soggiorno), inoltre i genitori stranieri dovranno dichiarare per scritto la loro capacità al riconoscimento secondo la legge vigente nel loro Paese si origine e appartenenza. Qualora la normativa estera sia pregiudizievole è possibile chiedere l’applicazione della legge italiana; è chiaro che in questi casi servirà anche l’assistenza di un avvocato specializzato in tutela degli stranieri.

La richiesta va fatta all’ufficiale di stato civile del proprio comune di residenza, se non ci sono contestazioni. In caso contrario sarà necessario avviare, con la difesa legale dell’avvocato scelto, una causa civile e ottenere il riconoscimento con una sentenza del giudice.

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