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Cos’è l’affidamento congiunto: Avvocato


Revoca affidamento condiviso: Avvocato

Naturalmente la problematica dell’affidamento dei figli sorge solo in caso di rottura dell’unità familiare, quindi per l’ipotesi di genitori separati, divorziati, o genitori non sposati che decidono di mettere fine alla loro convivenza.

Va subito chiarito che l’affidamento non riguarda semplicemente la permanenza di un figlio presso la madre o il padre né la sua dimora stabile perché questa sarà sempre presso la casa nella quale avrà la residenza uno dei genitori, ma è qualcosa di più e attiene alla responsabilità di assumere decisioni per la vita dei figli. Ciò vuol dire che se il bambino vive a casa della madre l’affidamento è comunque condiviso.

È chiaro poi che l’affidamento riguarda solo i figli minori, poiché solo nei loro confronti i genitori hanno il dovere di prendere tutte le decisioni necessarie alla loro crescita: in parole semplici i genitori hanno la responsabilità genitoriale sui figli minori, quindi occorre capire bene come questo potere-dovere deve essere esplicato in caso di affidamento condiviso dei figli.

Quali sono le modalità dell’affidamento congiunto

Come anticipato, ciò che rileva in caso di affidamento congiunto non riguarda il tempo di permanenza di un figlio presso uno e poi l’altro genitore, ma attiene al potere-dovere di prendere decisioni per la propria prole. Come visto infatti l’affidamento è cosa ben diversa dalla custodia dei figli, perché attiene alla responsabilità di educare, crescere, istruire e curare i propri figli minori.

Tutte le decisioni di maggior rilievo vengono prese da entrambi i genitori in caso di affidamento congiunto, ecco perché spesso sarebbe opportuna l’assistenza di un avvocato specializzato per trovare un punto d’incontro tra coniugi o ex coniugi che saturi delle incomprensioni attinenti alla loro relazione potrebbero perdere di vista l’interesse dei figli e riversare su questi ultimi i loro contrasti, L’aiuto dell’avvocato che ha già assistito i coniugi nella fase di separazione o divorzio non è obbligatorio, ma certamente fornisce un supporto maggiore evitando così di ricorrere al giudice ove i genitori temporeggino nel compimento di una scelta urgente.

Si pensi ad esempio alla necessità di scegliere la scuola da frequentare, oppure alla urgenza di un intervento medico ecc.  

Quanto tempo spetta a ciascun genitore

Avere l’affidamento condiviso non vuol dire che i genitori debbano trascorrere una quantità di tempo uguale con i propri figli. Certamente anche questo aspetto sarà regolamentato in sede di separazione o divorzio e quindi potrebbero aversi tempi esattamente equivalenti o anche paritari.

Ad esempio, i genitori potrebbero tenere i figli un weekend ciascuno, oppure 3 giorni a settimana la madre e 4 giorni il padre. È importante sottolineare che la permanenza per un tempo maggiore presso uno solo dei genitori non fa venire meno la responsabilità dell’altro nel dover prendere le decisioni per il minore, né tanto meno comporta per forza un affidamento esclusivo.

Quando avviene la revoca?

Le principali cause per cui si può chiedere la revoca dell’affidamento condiviso sono le seguenti:

- violenze e abusi, siano essi verbali o fisici nei confronti del minore;

- l’inidoneità del ruolo di genitore, si pensi all’ipotesi di alcolismo, tossicodipendenza, condanne penali ecc.

- mancata corresponsione dell’assegno di mantenimento per ripetute volte;

- totale disinteresse alla crescita e formazione del figlio;

- rifiuto da parte del figlio di trascorrere del tempo con quel genitore, occorre comprendere che non sempre un bambino in tenera età riesce ad esprimere i propri malesseri liberamente;

- distanza eccessiva, si pensi all’ipotesi in cui il padre lavori all’estero e torni in Italia solo una volta all’anno.

Chi dispone la revoca dell’affidamento condiviso

La richiesta di revoca dell’affidamento condiviso deve essere presentata al giudice competente, mediante apposita domanda scritta, preferibilmente preparata con la difesa di un avvocato in cui viene esplicitata la ragione per cui si chiede l’affidamento esclusivo eventualmente anche con l’allegazione di prove (ad esempio messaggi, chiamate senza risposta che testimoniano il disinteresse, assenza di bonifici per la corresponsione del mantenimento ecc.).

Prima di revocare l’affidamento condiviso il giudice deve valutare in concreto gli interessi del figlio coinvolti, e considerare l’idoneità dell’altro genitore ad assumere in via esclusiva la responsabilità del figlio anche in base ai contesti in cui quest’ultimo cresce e trascorre la propria vita.

È possibile anche che il giudice rifiuti la richiesta di affidamento esclusivo quando:

- la ritenga manifestamente infondata

- il coniuge che ha presentato la domanda ha agito in mala fede.

Qual è il ruolo del genitore non affidatario?

Nel momento in cui l’affidamento condiviso viene revocato, il genitore cui il giudice affida esclusivamente il figlio potrà prendere tutte le decisioni di carattere ordinario e quotidiano in autonomia, fermo restando che le decisioni di maggiore interesse dovranno essere prese sempre di comune accordo da entrambi.

Tuttavia, il genitore escluso non perde completamente la responsabilità genitoriale, in quanto deve comunque continuare a vigilare sulle decisioni relative all’educazione o alla salute del figlio e avrà anche il diritto di rivolgere al Giudice qualora ritenga che le decisioni assunte dal genitore affidatario siano contrarie agli interessi del minore.

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