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Musica alta e feste: ci sono delle leggi?


Musica alta e secchiate d’acqua del vicino

Il problema della musica alta nei locali si pone soprattutto di sera, quando chi abita nelle vicinanze non riesce a riposare.

Ci si chiede allora se esistano delle leggi che limitino il volume della musica, oppure che prevedano fasce orarie oltre le quali non sono più possibili rumori eccessivi, ma in realtà a livello nazionale non esistono normative ad hoc e neppure avrebbe molto senso prevederle perché le esigenze variano da zona a zona, a seconda della densità di abitazione, del tipo di locale ecc.

Quindi, in genere sono i Comuni a prevedere delle linee guida da rispettare per conciliare le esigenze del libero professionista, titolare del locale, che inevitabilmente lavora di più di sera quando tutti hanno concluso gli impegni della giornata, e le esigenze dei vicini che hanno necessità di dormire nelle ore notturne.

Ordinanze comunali: Avvocato

Ogni Comune ha il dovere di disciplinare le attività rumorose, indicando specifiche fasce orarie, i decibel massimi, differenze in base a periodi festivi, weekend e giorni infrasettimanali, in modo da prevenire liti tra i vicini e i titolari di bar e ristoranti.

In linea di massima, le ore di silenzio maggiormente tutelate sono le seguenti:

- dalle 12:00 alle 15.30

- dalle 00:00 alle 8:00 del mattino.

Il mancato rispetto delle ordinanze comunali comporta in primis l’irrogazione di una multa di importo variabile a seconda della gravità (in genere i carabinieri si recano direttamente presso il locale e redigono un verbale al titolare), salva l’applicazione di ulteriori sanzioni più gravi quali ad esempio la chiusura obbligata del locale per determinati giorni.

Naturalmente, ogni Comune poi può adeguare le regole in base al proprio territorio e alle esigenze dei cittadini, ma comunque dovrà attenersi ai limiti indicati nel codice penale relativamente al reato di rumori indesiderati.

Cosa fare se il rumore è troppo forte

Quando la musica dei locali è troppo alta, tanto da superare il limite della normale tollerabilità la questione può ricadere nella responsabilità civile o in quella penale:

- da un punto di vista civile, i vicini possono con l’assistenza dell’avvocato, avviare una causa civile e chiedere la cessazione dei rumori, oltre che il risarcimento dei danni. Si pensi ad esempio all’ipotesi in cui il vicino a causa dei rumori non ha potuto lavorare, preparare un progetto importante, riposare ecc. e di conseguenza non ha avuto la promozione lavorativa;

- da un punto di vista penale, se i rumori sono tanto alti da infastidire un numero elevato di persone, ad esempio un intero quartiere, si incorre nel reato di disturbo della quiete pubblica previsto dall’articolo 659 del codice penale e punito con l'arresto fino a tre mesi o con l'ammenda fino a euro 309.

In entrambi i casi, è necessario agire per vie legali, quindi occorre la presenza di un avvocato civilista o di un avvocato penalista a secodna delle due ipotesi sopra indicate.

Il vicino lancia secchiate d’acqua

Il vecchio metodo di lanciare secchiate d’acqua sul locale quando la musica è troppo alta è ancora oggi utilizzato da qualcuno che forse esasperato dalla musica, dagli schiamazzi notturni decide di far da sé invece di chiamare i carabinieri.

Certamente, non è un comportamento che spicca di educazione, ma non lo è neppure quello di tenere la musica eccessivamente alta fino a tardi.

Tuttavia, si consiglia sempre di rivolgersi alle forze dell’ordine piuttosto che agire di testa propria, poiché per quanto possa sembrare innocua una secchiata d’acqua, se viene colpito qualche cliente questi potrebbe agire anche legalmente contro chi l’ha lanciata magari perché ha subito un danno, si pensi all’acqua caduta sullo smartphone, su una macchinetta fotografica ecc.

Avvocato per diffida legale

Come anticipato la mancata osservanza delle ordinanze comunali determina l’irrogazione di una multa, ma nei casi più gravi potrebbe dar luogo ad un processo civile o penale.

Il suggerimento che con tutta probabilità un avvocato darebbe al proprio cliente è quello di tentare una risoluzione bonaria della vicenda, e cioè di non agire direttamente in Tribunale ma prima con una lettera di diffida legale con cui si chiede la cessazione dei rumori molesti nelle fasce orarie non consentite, pena l’avvio di una causa con giudici e avvocati.

Nella maggior parte dei casi, con la sola lettera di diffida le incomprensioni tra titolare del locale e vicini si risolvono, magari perché si raggiunge un compromesso anche in virtù delle regole del buon vicinato.

I vantaggi sono sia per i costi, perché la diffida può essere scritta anche senza l’avvocato seppur il suo parere legale sia consigliatissimo, sia per i tempi in quanto avviare un giudizio in Tribunale implica tempi lunghi e un dispendio economico non irrisorio.

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