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Errori sul quantitativo di merce – Consulenza legale


Invio quantità errata di merce: avvocato per reclamo

Tutte le società, le aziende, le industrie intrattengono tra di loro rapporti di scambio merci e, infatti, ogni giorno si muovono per terra, mare o aria quantità enormi di prodotti di ogni tipo. Per fortuna, oggi i trasporti sono monitorati con mezzi informatici che tengono il tracciamento della stessa, in modo da limitare il più possibile errori logistici.

Nonostante ciò, non di rado accade che l’acquirente si veda consegnato un quantitativo di merce errato rispetto a quello ordinato e non sempre è da escludere in tronco un errore del venditore, o nei casi più dubbi addirittura una frode.

In genere possono esserci i seguenti errori:

- preparazione errata dell’ordine da parte del personale addetto, magari per una svista o per un mancato aggiornamento dell’inventario del magazzino;

- Assenza di controllo durante la fase di spedizione, questo è un problema che riguarda soprattutto le grandi spedizioni, perché in quelle di piccola quantità manualmente si riesce a tenere il controllo della merce spedita, mentre quando si tratta di grandi quantità spesso ci si affida a macchinari, strumenti informatici ecc.;

- danneggiamento durante il trasporto e in questo caso la responsabilità è della società logistica che ha preso in carico la spedizione.

Controversie tra venditore e acquirente

La richiesta di fornitura merce e la sua spedizione rappresentano un vero e proprio contratto di compravendita tra società venditrice e società acquirente, proprio perché da un lato c’è la cessione di una cosa, dall’altro il pagamento del prezzo pattuito.

A seconda di quanto previsto nel contratto, la consegna di una quantità errata di merce potrebbe dar luogo ad un inadempimento e in questi casi l’acquirente ha due scelte:

- o chiedere il corretto adempimento, magari inviando una lettera di diffida legale scritta dal proprio avvocato, con cui si chiede al venditore di mettere riparo all’errore in tempi brevi;

- o la risoluzione del contratto;

ferma sempre la possibilità di pretendere il risarcimento dei danni, a volte già previsto nel contratto con la clausola penale.

Merce sbagliata: avvocato per reclamo

Come sempre, quando sorgono controversie è bene cercare di risolverle in prima battuta in modo pacifico, quindi appena ci si accorge di aver ricevuto un quantitativo di merce differente da quello ordinato si consiglia di chiamare il venditore e far presente il problema. Nella maggior parte dei casi sarà sua premure risolvere l’inconveniente.

Per il caso in cui, invece, lo stesso venditore ignori la segnalazione o la contesti allora le strade da seguire sono le seguenti:

- chiedere una consulenza legale ad un avvocato esperto in società

- promuovere una conciliazione tramite un’associazione che tutela i consumatori, la quale provvederà alla redazione di un accordo che se accettato da entrambe le parti metterà fine alla lite

- in casi estremi, agire in giudizio con l’assistenza di un avvocato e spedire un atto di citazione al venditore in cui si indicano tutte le ragioni del reclamo. Da questo momento in poi si instaurerà a tutti gli effetti un procedimento legale.

Come chiedere la risoluzione del contratto di fornitura

Qualora si riscontri l’impossibilità di veder adempiuto il contenuto del contratto è possibile chiedere la risoluzione dello stesso. Tuttavia, questa richiesta può essere presentata solo in giudizio, con l’assistenza dell’avvocato e mira a mettere fine all’intero rapporto contrattuale tra venditore e acquirente.

Anche in questo caso è sempre possibile chiedere il risarcimento dei danni, ma occorre presentare una prova concreta che il danno vantato in giudizio sia dipeso proprio dall’inadempimento del venditore.

Immaginiamo che la merce di riferimento fosse una materia prima necessaria per l’attività industriale della società acquirente e che questa, in mancanza di una corretta fornitura, non abbia potuto completare il ciclo industriale perdendo una gran quantità di clienti.

Quali sono i diritti dei clienti

Il venditore, oltre a consegnare il quantitativo di merce pattuito, è tenuto anche a garantire l’acquirente che i prodotti consegnati e acquistati siano immuni da vizi che compromettano il loro utilizzo.

Lo stesso Codice del consumo, infatti stabilisce che “il venditore è responsabile nei confronti del consumatore di qualsiasi difetto di conformità esistente al momento della consegna del bene, e che si manifesta entro due anni da tale momento”.

Se la merce consegnata è viziata, l’acquirente può chiedere la riduzione del prezzo, oppure la risoluzione del contratto.

In genere, gli avvocati consigliano di optare per questa seconda scelta solo in caso di totale impossibilità di utilizzo del bene, evitando così di finire sempre in giudizio.  

Avvocato: posso chiedere il risarcimento dei danni?

La risposta è certamente Sì, e può essere chiesta anche la restituzione delle somme pagate.

L’unica precisazione da fare è che per ottenere un ristoro economico per il danno subito è necessario dimostrare che quel danno specifico sia stato cagionato all’acquirente proprio dalla scorretta quantità di merce consegnata.

Cioè, l’inadempimento del venditore deve aver inciso direttamente sull’acquirente, e per provare ciò occorre una forte difesa da parte di un buon avvocato, in quanto la decisione del giudice sia sulla concessione del risarcimento dei danni, sia sul suo ammontare si basa principalmente sulle prove fornite durante il processo.

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