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Falsa malattia a lavoro: quali sono i rischi


Falsa malattia: cosa rischio a lavoro

In primo luogo la malattia in ambito lavorativo deve necessariamente essere dimostrata con un certificato medico che attesti quale malore abbia il dipendente (ad esempio influenza, trauma da caduta, operazione chirurgica ecc.).

Il problema della falsa malattia riguarda:

- sia il certificato medico falso, ad esempio perché il paziente e il medico si accordano al fine di indicare una malattia non reale, si pensi ad esempio al medico che dietro pagamento si spinga a scrivere che il suo assistito è affetto da problemi psicologici prescrivendo anche falsi farmaci;

- sia la falsa malattia in sé, ad esempio il paziente che riferisce al medico di avere nausee, capogiri, vertigini, dissenteria o altro, ma in realtà non ha nulla.

A ogni modo il primo rischio più grave è il licenziamento dal posto di lavoro, ma in alcuni casi la falsa malattia può addirittura integrare un reato, con responsabilità penale per chi lo commette.

Quando scatta il licenziamento per falsa malattia

Tra le altre conseguenze, anche penali che ricadono sul lavoratore che dichiara falsa malattia e presenta un falso certificato medico c’è anche il rischio di perdere il posto di lavoro.

Il datore di lavoro infatti, sarebbe legittimato a licenziare il dipendente proprio perché viene meno la fiducia, la correttezza e l’onestà su cui si fonda il rapporto di lavoro e si tratterebbe proprio di un licenziamento per giusta causa, che è immediatamente efficace senza neppure obbligo di preavviso.

Naturalmente, è necessario dimostrare la falsa malattia o mediante i controlli fiscali, si pensi ad esempio al lavoratore che al momento della visita fiscale sia fuori casa, oppure con l’assunzione di investigatori privati. In quest’ultimo caso deve essere lo stesso datore di lavoro a consultare una agenzia di investigazione.

Dunque, il datore di lavoro che abbia prove certe della falsa malattia può licenziare il dipendente, ma è consigliatissimo farsi comunque assistere da un buon avvocato del lavoro, per prevenire qualunque lite e valutare fin da subito la situazione concreta.

Certificato medico falso: è reato?

Un certificato medico falso potrebbe avere rilevanza penale nel momento in cui un lavoratore con una falsa malattia ottenga assegni, indennità o anche diversi benefici erogati dall’Inps. In questo caso il lavoratore dipendente, oltre a essere responsabile nei confronti del datore di lavoro, sarà responsabile anche nei confronti dell’istituto previdenziale e incorrerà nel reato di truffa.

La pena prevista per tale reato è la reclusione fino a cinque anni e il risarcimento del danno quantificato dal giudice competente.

In caso di accusa per certificato medico falso, il lavoratore dipendente, a seconda delle circostanze concrete dovrà rivolgersi ad un avvocato civilista o ad un avvocato penalista e chiedere una consulenza legale ad hoc.  

Cosa succede se il dipendente modifica i giorni di malattia

Anche se il certificato medico è originariamente valido e la malattia sussista realmente, se il dipendente modifica i giorni di riposo a casa, commette un falso perché di fatto altera la prescrizione originaria.

Immaginiamo, che dopo una caduta dalle scale, il medico prescriva 10 giorni di riposo per una infiammazione ai tendini, ma il dipendente modifichi la durata dei giorni in 20. È chiaro che il certificato è stato alterato e non è più quello rilasciato dal medico.

In questi casi, le conseguenze gravano solo sul dipendente e non anche sul medico curante che è ignaro dell’accaduto.

Certamente, anche il lavoratore negligente ha diritto ad una difesa legale con l’avvocato quanto meno per tutelarsi nel senso di non ottenere una sanzione troppo severa, ma proporzionata al suo comportamento.

Come dimostrare la falsa malattia

Quando un lavoratore si mette in malattia, può ricevere dal datore di lavoro, sia esso un pubblico o un privato, la visita fiscale presso l’indirizzo di residenza in qualunque giorno di assenza dal lavoro, ma solo in specifici orari.

La visita fiscale è disposta dal Polo Unico visite fiscali dell’INPS ed è finalizzato ad accertare lo stato di salute del lavoratore e anche la veridicità della malattia, proprio per evitare assenze ingiustificate.

In realtà il datore di lavoro, laddove sospetti che la malattia sia falsa ha anche la possibilità di ricorrere ad un investigatore privato, che se da un lato promette ricerche più approfondite, dall’altro deve essere pagato dallo stesso datore di lavoro, diversamente dall’incaricato della visita fiscale.

Avvocato: cosa rischia il medico

Partiamo dal presupposto che il medico nell’esercizio delle sue funzioni è considerato dalla legge italiana un Pubblico Ufficiale a tutti gli effetti, e quindi nel caso in cui dovesse attestare una malattia non reale nel suo paziente, al solo fine di fargli ottenere giorni di riposo dal lavoro commette il reato di falso ideologico in atto pubblico.

Tale reato è previsto dall’articolo 479 del codice penale ed è punito con la reclusione da 1 anno a 6 anni.

Inoltre, in casi più gravi il medico potrebbe anche rischiare di essere radiato dall’albo dei medici, con conseguenze anche relativamente alla sua reputazione sociale.

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