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Affidamento dei figli – Consulenza legale


Come togliere l’affidamento al padre

Nel momento in cui una coppia si separa o decide di divorziare e ci sono di mezzo dei figli, la legge prevede in ipotesi normali l’affidamento condiviso degli stessi.

Nonostante, al momento della separazione/divorzio i figli vadano a vivere stabilmente con uno solo dei genitori, l’altro non perde solo per questo motivo l’affidamento e infatti mantiene il diritto di trascorrere tempo con i propri figli, di partecipare alle decisioni di maggior interesse, oltre ad avere il dovere di contribuire economicamente con il versamento dell’assegno di mantenimento.

Solo in via eccezionale, può essere richiesto l’affidamento esclusivo dei figli ad uno solo dei genitori. Naturalmente, questa decisione spetta al giudice, in base alle circostanze concrete del caso, agli interessi dei figli, e a seguito di ricorso presentato dall’avvocato della parte.

Quando è possibile l’affidamento esclusivo

Le motivazioni principali che spingono il giudice a disporre l’affidamento esclusivo del figlio sono le seguenti:

1. Porre ostacoli al diritto di visita di uno dei genitori, si pensi ad esempio al padre che in tutti i modi cerca di evitare rapporti tra madre e figlio;

2. Abusi psicologici nei confronti del figlio volti a mettere in cattiva luce l’altro genitore. Immaginiamo che il padre riferisca al figlio notizie false della madre, racconta bugie per denigrare la sua persona e il risultato è chiaramente un allontanamento “spontaneo” del bambino dalla madre;

3. Disinteresse totale verso il figlio, è il caso del papà che dopo la separazione o il divorzio sparisce del tutto dalla vita del figlio, non è più un punto di riferimento per lo stesso né a livello affettivo né educativo;

4. Maltrattamenti familiari, e questa è forse la circostanza più riprovevole, è inimmaginabile che un genitore possa compiere minacce, violenze, percosse e umiliazioni, al fine di denigrare il figlio.

5. Dipendenza da alcol o droghe

6. Condanna per reati gravi.

Attenzione, perché in questo ultimo caso oltre alla richiesta di affidamento esclusivo scatta la denuncia per maltrattamenti familiari!

Come togliere l’affidamento al padre

L’affidamento esclusivo può essere disposto solo ove vi sia la necessità di tutelare interessi dei minori. Ciò vuol dire che il giudice nella sua decisione dovrà non solo sottolineare l’idoneità del genitore affidatario a prendersi cura dei propri figli, ma anche e soprattutto l’inidoneità e i motivi per i quali l’altro genitore non meriti di avere l’affidamento dei figli.

Quindi, oltre ad un giudizio positivo verso un genitore, dovrà essere riportata anche una concreta motivazione negativa a sfavore dell’altro.

Va da sé che la mera conflittualità nei rapporti tra gli ex coniugi, da sola, non è utile ad ottenere l’affidamento esclusivo, deve essere provata la incapacità dell’altro genitore a prendersi cura del figlio, di provvedere alla sua educazione ed istruzione ecc.

Chi decide l’affidamento esclusivo

Il provvedimento che dispone l’affidamento esclusivo del figlio in favore della madre (o del padre a seconda delle ipotesi), è emesso dal Giudice a seguito di ricorso presentato dall’avvocato.

La decisione di affidamento esclusivo si basa su un giudizio prognostico del giudice circa la capacità del padre o della madre di crescere ed educare il figlio, tenendo conto:

- del modo in cui ciascuno di essi ha svolto in passato il proprio ruolo

- delle capacità educative, affettive, di attenzione, di disponibilità ecc.

- della personalità del genitore, delle sue abitudini, e anche dell’ambiente in cui vive ai fini di un sano equilibrio del minore.

È importante, quindi, anche affidarsi ad un buon avvocato che riesca a dimostrare con estrema chiarezza la situazione al giudice, magari anche con semplici prove, ad esempio: la presenza ai colloqui scolastici, la firma delle pagelle, l’accompagnamento a visite mediche ecc.

Avvocato: quali sono i pregiudizi per i figli

Tutte le volte in cui il figlio soffre, o potenzialmente potrebbe soffrire in futuro, di disturbi psicologici, stress, perdita di autostima, carenza di affetto, di cure ecc. è lampante un pregiudizio nei suoi confronti.

Secondo alcune pronunce dei giudici, in termini pratici il pregiudizio si realizza quando il genitore sia del tutto inadempiente al diritto di visita, perché ad esempio si trova all’estero, oppure non si preoccupi di adempiere all’obbligo di mantenimento, non si assume nessuna responsabilità nei confronti del bambino ecc.

Quindi, a prescindere dai singoli esempi, ogni qualvolta l’affido condiviso non sia idoneo a garantire una crescita sana ed equilibrata o addirittura sia pregiudizievole per il minore, il giudice disporrà l’affidamento esclusivo ad un solo genitore.

La legge agisce sempre a tutela dei minori e quindi il giudice emetterà decisioni e sentenze nell’esclusivo interesse della prole.

Cosa succede dopo l’affidamento esclusivo

In caso di affidamento esclusivo viene meno la responsabilità del genitore non affidatario, ma solo limitatamente. Quest’ultimo, infatti, deve comunque partecipare alle decisioni di maggior interesse per il bambino, e cioè in particolare quelle relative alla sua salute e alla sua istruzione.

Oltre a questo, il genitore non affidatario rimane obbligato al versamento dell’assegno di mantenimento verso il figlio.

È anche vero che la questione merita di essere studiata in base al singolo caso specifico, quindi è estremamente opportuno affidarsi ad un avvocato specializzato in tutela dei minori e diritto di famiglia.

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