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Cosa rientra nei maltrattamenti familiari?


Denuncia per maltrattamenti familiari

Non in tutte le famiglie c’è serenità, anzi oggi più che mai sono frequenti i casi di violenze e abusi all’interno del nucleo familiare, tra coniugi, conviventi, genitori e figli ecc.

Il reato di maltrattamenti in famiglia consiste essenzialmente nel tenere condotte violente come: minacce, lesioni personali, atti di disprezzo, umiliazioni, privazioni di libertà, percosse e simili. Trattandosi di un reato abituale, però, per assumere rilevanza penale è necessario che tali comportamenti siano ripetuti nel tempo, ciò non vuol dire che devono interessare lunghi periodi temporali, poiché è sufficiente che essi siano reiterati in un lasso di tempo circoscritto.

In termini semplici, una singola lite seppur accesa, non integra un maltrattamento familiare.

Come sono puniti i maltrattamenti familiari

Il reato di maltrattamenti in famiglia è disciplinato dall’articolo 572 del codice penale, il quale espressamente prevede che a commettere tale crimine è

“Chiunque maltratta una persona della famiglia o comunque convivente, o una persona sottoposta alla sua autorità o a lui affidata per ragioni di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, o per l'esercizio di una professione o di un'arte”.

La pena per il colpevole è la reclusione da 3 a 7 anni.

Se dal fatto commesso deriva anche una lesione personale grave, si applica la reclusione da 4 a 9 anni.

Se ne deriva una lesione gravissima, la reclusione da 7 a 15 anni, e infine se dal fatto criminoso deriva la morte, la reclusione è da 12 a 24 anni.

Maltrattamenti sui minori: quale pena?

Nel momento in cui siano presenti dei minori, e gli stessi siano vittima di maltrattamenti familiari, la pena è aumentata fino alla metà.

Stessa cosa se il reato è commesso nei confronti di donna in gravidanza o persona affetta da disabilità.

Inoltre, il minore di anni diciotto che assiste ai maltrattamenti in famiglia si considera persona offesa dal reato e quindi vittima.

Avvocato: come denunciare i maltrattamenti in famiglia

Prima di tutto è bene precisare che la denuncia per i maltrattamenti in famiglia può essere presentata da chiunque, non soltanto dal componente della famiglia che li ha subiti.

Tali maltrattamenti, infatti, rientrano nei reati procedibili d’ufficio. Si pensi ad esempio alla denuncia presentata dalla maestra del bambino, che costantemente lo vede arrivare in classe con lividi, graffi o ferite sul corpo, sintomo di percosse.

La denuncia può essere presentata in Questura, alla stazione dei Carabinieri o direttamente presso gli uffici della Procura territorialmente competente (quindi in base alla propria residenza).

La denuncia può essere scritta oppure orale, a volte la prima è preferibile perché permette un’analisi più dettagliata dei fatti accaduti. Per questo, laddove lo si ritenga opportuno, è possibile chiedere fin da subito aiuto ad un avvocato penalista che assisterà il cliente già nella fase stragiudiziale, ossia prima dell’avvio del processo in Tribunale.

Cosa succede dopo la denuncia?

Subito dopo la denuncia, si dà avvio alla fase delle indagini preliminari, e il giudice se lo ritiene necessario può applicare fin da subito delle misure cautelari per proteggere i familiari e garantire la loro incolumità.

Il Pubblico ministero in più, ha l’obbligo di ascoltare la vittima entro 3 giorni dalla denuncia.

Posso avere immediata tutela dopo la denuncia?

Dal 2019 è entrata in vigore la legge denominata “Codice Rosso”, volta ad assicurare una protezione immediata alle vittime di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale, stalking e violenze di qualunque tipo su donne e minori, ossia i reati che più urtano l’incolumità dei soggetti deboli.

È dunque possibile chiedere al giudice l’applicazione di una misura cautelare, quali:

- l’allontanamento dalla casa familiare;

- necessità di chiedere un’autorizzazione in caso il colpevole voglia far rientro in casa;

- il divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla persona offesa, si pensi ad esempio al divieto di recarsi davanti ai cancelli della scuola del figlio minore. In questo caso per rendere più efficace l’obbligo di stare lontani è possibile anche che il giudice imponga l’utilizzo di apparecchi elettronici di rilevazione, come il braccialetto elettronico;

- la revoca della responsabilità genitoriale, se vittima dei maltrattamenti familiari è il figlio minore;

- e infine, nei casi eccessivamente gravi, ad esempio quando è a rischio la vita dei familiari, il giudice ha la facoltà di disporre gli arresti domiciliari o addirittura la custodia cautelare in carcere.

Avvocato posso chiedere il risarcimento dei danni?

Certamente Sì. È possibile chiedere il risarcimento dei danni costituendosi anche come parte civile.

L’ammontare economico del risarcimento sarà deciso dal giudice in base alle circostanze concrete.

La legge italiana tutela molto le vittime del reato dei maltrattamenti familiari, perché l’obiettivo del legislatore è quello di proteggere l'integrità psico-fisica di persone facenti parte di contesti familiari o para-familiari. Luogo in cui dovrebbe essere assicurata una crescita sana ed equilibrata dei bambini e una serenità dei coniugi o conviventi.

È altrettanto importante, però, cercare un avvocato specializzato in questo delicato settore e che abbia esperienza sia in diritto di famiglia sia in diritto penale, oltre che nella tutela dei minori. E, soprattutto, non bisogna aver paura di denunciare, i mostri in famiglia ci sono e non è giusto lasciarli impuniti.

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