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Cos’è l’assegno di vedovanza – Consulenza legale


Avvocato: cos’è l’assegno di vedovanza?

L’assegno di vedovanza è un aiuto economico aggiuntivo alla pensione di reversibilità che l’INPS eroga in favore del coniuge superstite e se sussistono determinati requisiti.

Tale assegno però è previsto solo a favore del vedovo o della vedova dichiarati invalidi al 100%, quindi riconosciuti inabili al lavoro e titolari di una pensione di accompagnamento.

Per avere questo aiuto supplementare è necessario fare apposita richiesta, in quanto l’erogazione non è automatica.

Chi ha diritto all’assegno di vedovanza

Le persone che possono chiedere e ricevere l’assegno di vedovanza sono i coniugi che hanno cumulativamente i seguenti requisiti:

1. sono vedovi;

2. sono invalidi al 100%

3. percepiscono una pensione di reversibilità derivante da lavoro privato o pubblico.

La legge prevede che l’assegno di vedovanza possa essere richiesto anche dagli eredi quando il soggetto a cui sarebbe spettato non ha potuto usufruirne in vita.

Assegno di vedovanza e Pensione di reversibilità

A volte sfugge il rapporto tra assegno di vedovanza e pensione di reversibilità.

Come anticipato l’assegno di vedovanza è un incremento della pensione di reversibilità, quindi tocca capire prima quando e a chi spetta quest’ultima.

Si tratta di un diritto riconosciuto solo ad alcuni familiari del lavoratore o pensionato deceduto e che in vita fosse iscritto presso una delle gestioni INPS.

I soggetti a cui spetta a pensione di reversibilità sono:

- il coniuge, e se divorziato ha diritto anche ad un assegno divorzile;

- i figli fino a 26 anni se sono studenti universitari, fino a 21 se sono studenti liceali e solo fino a 18 anni se non hanno intrapreso alcuna carriera di studi;

- i genitori con un’età superiore a 65 anni e che non abbiano figli;

- i fratelli o le sorelle che siano inabili e che non abbiano genitori.

È necessario, inoltre tener conto anche dei limiti di reddito entro cui rientra la possibilità di chiedere la pensione di reversibilità, che possono cambiare di anno in anno e quindi vanno costantemente monitorati.

Avvocato come richiedere l’assegno

Per vedersi corrispondere l’assegno di vedovanza è necessario fare apposita richiesta, naturalmente a seguito di accertamento di tutti i requisiti.

Le modalità per effettuare la richiesta sono le seguenti:

- autonomamente, attraverso un modulo in genere disponibile sul sito web dell’INPS;

- rivolgendosi ad un CAF, il cui personale provvederà a fornire assistenza per la redazione della domanda;

- recandosi presso la sede INPS territorialmente competente.

La domanda, poi, deve essere corredata da una serie di documenti, quali:

- Estratto di morte del defunto, dal quale è possibile accertare l’inizio dello stato di vedovanza

- un documento dal quale emerge la percezione della pensione di reversibilità e la fonte della stessa, ossia lavoro pubblico o privato;

- certificato medico dal quale si evince lo stato di invalidità al 100%;

- dichiarazione sostitutiva unica;

- documenti di identità del richiedente, quale codice fiscale, carta d’identità, tessera sanitaria ecc.

- certificato dal quale si evince la composizione del nucleo familiare.

Gli eredi possono trattenere l’assegno di vedovanza?

Immaginiamo che il beneficiario dell’assegno di vedovanza muoia lasciando degli eredi, nel suo patrimonio rientra anche la trasmissione dell’assegno?

Si ritiene che la risposta sia affermativa, ma è necessario che anche gli eredi siano in possesso degli stessi requisiti del beneficiario originario.

Considerato, però, che la materia successoria è molto delicata e che spesso dà luogo a controversie tra gli eredi, sarebbe opportuno in tal caso chiedere prima un parere legale ad un avvocato esperto in diritto di famiglia e successioni anche perché disporre di un bene ereditario potrebbe comportare accettazione tacita dell’intera eredità del defunto e se non si è sicuri di voler assumere in tutto e per tutto la qualità di erede, prima di muoversi è meglio essere informati sulle possibili conseguenze.

Calcolo assegno di vedovanza

L’importo dell’assegno di vedovanza va calcolato in base al reddito annuo della famiglia, e se questo arriva ad una soglia maggiore di 30.000 euro l’assegno di vedovanza non è erogato.

Naturalmente i parametri reddituali vanno valutati in concreto di anno in anno, anche perché va considerata l’eventualità che l’INPS modifichi tali limiti.

L’erogazione dell’assegno di vedovanza avviene direttamente dall’INPS se il soggetto che lo percepisce è un pensionato oppure, potrebbe accadere che l’erogazione avvenga per il tramite del datore di lavoro salvo poi chiedere la restituzione del relativo importo all’INPS, quando ad esempio sono gli eredi a percepire l’assegno di vedovanza.

Cosa fare se l’INPS non versa l’assegno?

Se al ricorrere di tutti i requisiti e previa richiesta formale di assegno di vedovanza, l’INPS non eroghi al beneficiario il relativo importo è possibile presentare ricorso.

Naturalmente prima di porre in essere una controversia si consiglia di contattare l’INPS mediante call center per avere eventuali delucidazioni, magari la mancata erogazione dipende da problemi tecnici interni all’organizzazione dell’ente e non riguardano il contenuto della richiesta.

Ad ogni modo, per presentare il ricorso contro l’INPS non è obbligatoria l’assistenza legale di un avvocato, nonostante sia fortemente consigliata per una maggior garanzia di esito positivo.

Nel ricorso occorre indicare:

- il provvedimento lesivo dei propri diritti, in questo caso quindi il rigetto della richiesta;

- indicare le motivazioni per le quali si afferma di essere stati lese;

- indicare eventuali errori commessi dall’INPS nella valutazione della domanda, e in tal caso sarebbe utile allegare nuovamente tutti i documenti necessari (certificato di morte, certificato medico, tessera sanitaria, carta d’identità ecc.).

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