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Diseredazione – Consulenza legale


Posso diseredare mio figlio?

La diseredazione è un istituto che trova origine nel lontano diritto romano e attribuiva al de cuius il potere di escludere un erede legittimo dalla sua successione, qualora non lo ritenesse all’altezza o non volesse farlo partecipare al riparto del suo patrimonio ereditario. Il nostro codice civile non prevede espressamente alcuna norma sulla diseredazione, ecco perché nel corso del tempo si sono susseguite diverse Cassazioni sul punto, fino ad arrivare alla pacifica convinzione secondo cui:

- Non è possibile diseredare un erede legittimario, nella cui categoria rientra il figlio

- È possibile diseredare un erede legittimo, ossia colui che è chiamato a succedere in forza della legge, ma che non appartiene alla categoria dei legittimari, ad esempio: fratello o sorella, nipote, zio ecc.

Naturalmente, la diseredazione potrebbe avvenire solo con testamento (e non con una successione apertasi per legge), ecco perché è opportuno chiedere una consulenza legale ad un avvocato specializzato in diritto delle successioni prima di inserire una clausola diseredativa nelle proprie ultime volontà, considerate le indubbie conseguenze negative.

Posso diseredare mio figlio?

La qualifica di figlio fa rientrare questo soggetto nella categoria dei legittimari, come anticipato non è possibile diseredare un figlio e ove ciò fosse previsto la clausola testamentaria sarebbe nulla e considerata come non apposta, fermo restando la validità del testamento relativamente alle altre volontà.

La motivazione di fondo risiede nella considerazione che la legge riserva a questa categoria di soggetti una quota di legittima che gli spetta a prescindere da qualunque previsione contraria del testatore, proprio in virtù dello stretto legame affettivo che li lega e anche alla luce di un dovere di provvidenza verso alcuni familiari, dunque non è possibile modificare la previsione legislativa.

Si ritiene possibile, come ipotesi estrema una diseredazione nei limiti della quota disponibile, cioè una diseredazione che comunque non debba toccare la porzione riservata dalla legge. Ad ogni modo, sul punto si invita ad essere prudenti, considerata la delicatezza della materia.

Cosa succede se un figlio è diseredato

La clausola di diseredazione è nulla, quindi il figlio può accedere alla successione come un normale legittimario e otterrà la quota a lui riservata dalla legge.

A quanto ammonta la quota di legittima?

L’entità della quota di legittima varia a seconda della categoria di legittimario, e a seconda del numero dei legittimari all’interno di ciascuna categoria, ad esempio la concorrenza di due o più figli.

Ad ogni modo il testatore non può intervenire sulla quota di legittima, questa è fissata dalla legge e inderogabile.

Considerato che non è possibile fare un calcolo a priori circa la quantità di beni che spetta a ciascun erede legittimario, in questi casi è opportuno rivolgersi ad un avvocato per capire fina dall’inizio di quanti beni il testatore può disporre senza ledere la quota di riserva ed evitare in futuro contestazioni in giudizio.

Quali familiari posso diseredare

La diseredazione è vietata solo in relazione agli eredi legittimari, non anche nei confronti di eredi legittimi. A ben vedere questa conclusione è stata raggiunta dalla giurisprudenza della Cassazione, poiché nei confronti degli eredi legittimi la legge prevede solo la “chiamata” alla successione del De cuius ma non anche una quota di riserva.

Dunque, anche alla luce della libertà testamentaria e del favor testamenti il testatore può diseredare un fratello, una sorella, uno zio, un nipote e in generale tutti coloro che non rientrano nei legittimari.

Avvocato per successioni

Molto frequenti sono le liti in ambito successorio, a volte perché la volontà del testatore è poco chiara, altre volte perché la distribuzione di beni del patrimonio ereditario non è conforme alla previsione legislativa, altre volte perché, come in questo caso, sono presenti clausole di diseredazione verso eredi legittimari.

Alla luce della vasta disciplina successoria, e delle conseguenze in caso di un testamento parzialmente nullo, o lesivo di alcune categorie, è fortemente suggerito rivolgersi ad un avvocato per una consulenza prima della redazione del testamento. È chiaro che l’utilità di un consulto con l’avvocato, in questo caso, emerge soprattutto se il testatore voglia redigere un testamento olografo o segreto, perché nel caso di testamento pubblico subentra l’assistenza del notaio. 

La differenza è essenzialmente di costi, un testamento olografo ha costo pari a zero, perché viene scritto di pugno dal testatore e gli eredi dovranno solo pagare il successivo verbale notarile di pubblicazione. Ma scrivere un testamento in totale autonomia si presta a notevoli difficoltà specie per chi non è incline alla materia giuridica, quindi fermo restando che il testamento olografo è e deve rimanere segreto perché scritto solo dal testatore, nulla vieta a quest’ultimo di chiedere chiarimenti preliminari al proprio avvocato per distribuire correttamente i propri beni ed evitare successive liti giudiziarie.

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