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Cos’è l’assegno divorzile?


Assegno divorzile: posso dare tutto in una volta?

La pronuncia di divorzio determina la fine dello status coniugale, cioè lo scioglimento del matrimonio con tutti i conseguenti effetti sia patrimoniali, sia personali.

Tra gli effetti patrimoniali rientra l’assegno divorzile, di natura assistenziale, che un coniuge può essere obbligato a versare all’altro, quando quest’ultimo non abbia mezzi adeguati o comunque quando non possa procurarseli per ragioni oggettive, ad esempio perché impossibilitato per diverse cause a svolgere una professione che gli consenta di sostenersi.

La Corte di Cassazione ha affermato che l’assegno divorzile ha funzione:

- assistenziale

- compensativa

- perequativa

- equilibratrice.

In particolare queste funzioni derivano proprio dal dovere di solidarietà insito nel vincolo coniugale e sono finalizzate al riconoscimento del ruolo e del contributo fornito dall’ex coniuge economicamente più debole alla formazione del patrimonio della famiglia e di quello personale di entrambi i coniugi.

A quanto ammonta l’assegno divorzile?

La determinazione dell’assegno divorzile va effettuata verificando l’inadeguatezza dei mezzi dell’ex coniuge richiedente e l’ammontare va valutato in base alla necessità di garantire un tenore di vita analogo a quello avuto in costanza di matrimonio e che sarebbe presumibilmente proseguito in caso di continuazione del rapporto coniugale con l’altro ex coniuge.

In linea generale, sulla base di alcune medie condotte sul territorio italiano derivanti dalle dichiarazioni dei redditi condotte nell’anno 2020, l’importo dell’assegno di divorzio, per chi svolge una professione con un reddito medio, va dai 400 ai 600 euro al mese, da corrispondere nel 90 per cento dei casi alla moglie.

Naturalmente questo importo può variare a seconda della ricchezza patrimoniale di ciascuna persona, e in genere chi abita al nord, ad esempio in Lombardia percepisce un assegno divorzile che è quasi pari al doppio di chi vive in regioni del sud come il Molise.

La determinazione è fatta in ogni caso dal giudice.

Come si corrisponde l’assegno?

Generalmente l’assegno di divorzio si corrisponde con versamenti periodici, nella maggior parte dei casi una volta al mese, proprio perché deve garantire una costante assistenza patrimoniale in favore dell’ex coniuge economicamente più debole e verso il quale il giudice ha stabilito l’obbligo di corresponsione.

Posso dare l’assegno divorzile in un’unica volta?

È possibile richiedere il versamento dell’assegno divorzile in un’unica soluzione, il cd. Assegno divorzile una tantum.

Per poter effettuare tale richiesta è necessario presentare una domanda di divorzio congiunta, le altre procedure invece non permettono l’erogazione in una sola volta.

Il giudice si limita solo a stabilire l’ammontare dell’assegno, mentre le modalità di versamento sono stabilite dai coniugi di comune accordo.

L’assegno divorzile una tantum deve rispettare alcuni parametri:

- le cause che hanno determinato la fine del matrimonio

- la durata del vincolo coniugale

- l’età del soggetto che è beneficiario dell’assegno stesso

- il reddito di entrambi i coniugi

- le cause oggettive che rendono impossibile al coniuge beneficiario di procurarsi in autonomia i mezzi per sostenersi, ecc.

Naturalmente, i principale vantaggi del versamento in un’unica soluzione sono che le somme vengono tassate diversamente (in misura inferiore), non possono esserci liti per mancato versamento della somma periodica, e in più l’ex coniuge beneficiario non potrà più vantare in futuro ulteriori pretese contro il coniuge obbligato il quale sarà definitivamente liberato dall’obbligo di versamento dell’assegno di divorzio.

L’assegno divorzile può essere revocato?

Sì. È possibile che dopo la sentenza del giudice in cui è previsto l’obbligo di versamento dell’assegno divorzile questo possa essere modificato o addirittura revocato.

Ciò avviene in considerazione della mutata situazione economica e patrimoniale dell’ex coniuge originariamente più debole. La revisione dell’assegno di divorzio viene effettuata a seguito di ricorso presentato al giudice competente ed è assolutamente opportuno e lecito soprattutto se volto ad alleggerire l’obbligo del coniuge conferente.

Dunque, se dopo il divorzio sussistono giustificati motivi per richiedere la revoca o la revisione dell’assegno, è consigliabile chiedere il prima possibile una consulenza legale ad un avvocato specializzato in separazioni e divorzi in modo da preparare un ricorso scritto da presentare al giudice in cui si avrà cura di precisare:

- la data della sentenza di divorzio

- la data di inizio della corresponsione dell’assegno

- l’ammontare originario dell’assegno e le cause che lo hanno determinato

- le motivazioni per le quali si chiede una revisione dell’importo o addirittura la revoca dell’obbligo.

Avvocato per mancato versamento dell’assegno divorzile

Molto spesso accade che il coniuge obbligato alla corresponsione dell’assegno divorzile non si mostri diligente nel versamento degli importi stabiliti, ad esempio perché lo fa in ritardo, salta qualche mese, o anche versa una somma inferiore a quella stabilita dal giudice.

In questi casi si suggerisce di chiedere subito assistenza legale ad un avvocato per ottenere gli arretrati e ove sussistano le circostanze anche un risarcimento dei danni. Si pensi ad esempio all’ipotesi in cui a causa del mancato versamento dell’assegno, il coniuge in favore del quale era previsto non abbia potuto prenotare una visita medica o un intervento di primaria importanza. Gli avvocati esperti nel settore hanno familiarità con cause del genere, ecco perché nella maggior parte dei casi essi sono anche avvocati economici sensibili alle esigenze del cliente.

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