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Tamponamento a catena: chi paga


Avvocato per tamponamento a catena

Il tamponamento a catena è probabilmente l’incidente più frequente lungo le strade dei centri abitati, ai semafori, agli stop ecc. e coinvolge in genere più autovetture. La dinamica è molto semplice in quanto un veicolo urta quello che precede che a sua volta urta con quello avanti e così via determinando appunto un effetto a catena.

Per capire chi paga in caso di tamponamento a catena occorre distinguere tra veicoli in movimento e veicoli fermi,

Nel primo caso la colpa ricade su tutti i conducenti tranne che sul primo, in quanto chiaramente non ha potuto tamponare nessuno non essendoci un altro veicolo che lo precede. Ciò vuol dire che ogni conducente dovrà pagare proporzionalmente in base alla sua colpa.

Nel secondo caso, invece, è responsabile solo il conducente che tampona, ossia l’ultimo della fila poiché le altre auto sono ferme.

Naturalmente, occorre analizzare l’incidente nel dettaglio e se necessario farsi assistere da un avvocato laddove ci fossero problemi nell’accordo sulla compilazione di un CAI amichevole.

Rivalsa assicurazione: è lecita?

In alcuni casi può accadere che l’assicurazione dopo aver rimborsato la persona danneggiata nell’incidente da parte del suo cliente si rivalga contro il suo stesso assicurato. È chiaro che affinché ciò sia lecito occorre la sussistenza di alcuni presupposti:

- il cliente non era abilitato alla guida del veicolo, ad esempio perché sprovvisto di patente o perché questa era stata ritirata, sospesa o non rinnovata

- il carico trasportato non era conforme a quanto previsto nel libretto di circolazione

- mancata revisione dell’automobile

- guida sotto l’effetto di alcol o sostanze stupefacenti

- oltre ai presupposti sopra elencati è opportuno rileggere attentamente i dettagli della propria polizza.

Al di fuori di queste ipotesi l’assicurazione non è legittimata ad esercitare rivalsa contro il cliente e ove lo facesse potrebbe essere citata in giudizio.

Perché l’assicurazione non vuole risarcire i danni

La legge impone alle compagnie assicurative di risarcire i danni entro due mesi dall’incidente, ma non sempre questo termine è rispettato. Alcune volte ci sono solo dei ritardi nel pagamento, altre volte c’è un totale rifiuto da parte dell’assicurazione.

Allora cosa fare in questi casi? Prima id tutto indagare sul motivo del rifiuto o del ritardo, potrebbe trattarsi solo di adempimenti burocratici, successivamente inviare un sollecito alla propria compagnia assicurativa, e ove questa non risponda procedere per vie legali.

È chiaro che un buon avvocato non instaurerà subito un processo in tribunale considerati i costi collegati, ma cercherà di soddisfare le ragioni del proprio cliente prima per via extragiudiziale, il più delle volte con una lettera di diffida legale in cui si chiede all’assicurazione di adempiere al suo obbligo di pagamento.

Solo successivamente, in caso di esito negativo si valuterà la convenienza di agire in Tribunale, dipende molto anche dal valore della causa chiaramente.

Quando chiedere il risarcimento danni

Nel momento in cui si è coinvolti in un incidente stradale del tipo di un tamponamento a catena, subentra il problema del risarcimento dei danni, ancor di più se il conducente tamponato riporta delle ferite di non lieve entità.

Prima di tutto, per chiedere un risarcimento dei danni è necessario:

- che si è subito un danno

- che il danno subito derivi proprio da quell’incidente, si pensi ad esempio ad una ferita grave

- deve esserci stato un comportamento scorretto o illegittimo di qualcuno.

Avvocato economico per risarcimento dei danni

Fatto salvo che occorrerà prima stabilire su quale o quali conducenti ricada la responsabilità, al fine di tutelare meglio i propri diritti sarebbe utile rivolgersi ad un avvocato esperto, che magari sia al contempo anche un avvocato economico, nelle problematiche legali della circolazione stradale sia se ci si trovi nella parte del torto che in quella della ragione e ciò perché nel primo caso è certamente importante risarcire il soggetto leso, ma tale risarcimento deve essere proporzionale alle colpe, mentre nel secondo caso è innegabile che molto spesso i colpevoli si rifiutino di pagare quanto dovuto.

Ecco perché avere una guida legale in tal senso è un vantaggio, sia in termini giuridici per comprendere fin dove si estende la propria responsabilità nell’incidente, se solo civile o anche penale a seconda del caso concreto, sia in termini economici per avere un adeguato ristoro e non incorrere in spese legali eccessive.

Cosa succede se non sia ha un’assicurazione

Nel momento in cui si circola senza un’assicurazione, al momento del controllo da parte delle forze dell’ordine si rischia una multa che va da un minimo di 866 euro ad un massimo di 3.464 euro, oltre al divieto immediato di circolazione su strada dell’auto.

Queste sanzioni sono previste dal codice della strada e l’importo della multa può essere diminuito alla metà se la sanzione viene pagata entro i quindici giorni successivi.

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