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Riconoscimento del figlio – Consulenza legale


Avvocato per mancato riconoscimento del figlio

Assumersi le responsabilità di genitore quando si mette un figlio al mondo dovrebbe essere una conseguenza automatica e spontanea sia del padre che della madre.

Per ovvie ragioni il problema riguarda maggiormente la dimostrazione di paternità, dalla quale scaturiscono una serie di obblighi di natura patrimoniale e morale in favore del figlio.

Mentre la madre è legittimata a rimanere anonima fin dal momento del parto, il padre se chiamato in causa deve palesarsi.

Certo è che il problema del riconoscimento del figlio può riguardare due situazioni:

- la prima è quella in cui il padre realmente ignorava di poter essere genitore e quindi appresa la notizia decide felicemente di riconoscere il figlio;

- la seconda più problematica è quella del consapevole rifiuto di riconoscere il figlio.

In tal caso, la madre e/o anche il figlio appena raggiunta la maggiore età potranno agire giudizialmente e ottenere con sentenza la dichiarazione di paternità.

Cosa succede se il padre non riconosce il figlio

Colui che ha volontariamente rifiutato di riconoscere il figlio naturale, ma che con sentenza emessa dal giudice viene dichiarato padre a tutti gli effetti ha l’obbligo di:

- corrispondere tutte le spese di mantenimento fino a quel momento sostenute solo dalla madre;

- versare un assegno di mantenimento periodico per far fronte ai bisogni del figlio;

- prestare assistenza morale, ciò vuol dire che la sua responsabilità di genitore non termina con il versamento di denaro per il mantenimento;

- risarcire danni provocati al figlio e alla famiglia dalla sua assenza e indifferenza.

Oltre a ciò, c’è anche il rischio che il padre sia chiamato a rispondere di illecito endofamiliare, ossia di tutti i pregiudizi, le sofferenze e i turbamenti causati al bambino e alla madre.

Come dimostrare la paternità

La paternità può essere dimostrata con tutti i mezzi di prova normalmente previsti per le cause civili, quindi:

- prova testimoniale, ossia la dichiarazione resa dalla madre e in genere relativa alla relazione intercorsa con il presunto padre, all’anno in cui è stato concepito il bambino, alla totale assenza e indifferenza del presunto padre ecc.

- prova documentale, data ad esempio da foto, conversazioni ecc. che magari possono fornire qualche indizio in più sulla conoscenza della gravidanza

- prove scientifiche, tra le quali quella di maggiore importanza è certamente il test del DNA, ossia un prelievo del sangue dal quale risulta in maniera inequivocabile se una persona è o meno figlia del soggetto implicato in processo.

È obbligatorio sottoporsi al test del DNA?

Per quanto sia la prova in assoluto più affidabile, il test del DNA non può essere eseguito coattivamente, nel senso che la legge non lo pone come esame obbligatorio.

È anche vero, però, che ove il presunto padre si rifiutasse di eseguirlo senza giustificato motivo, tale comportamento potrebbe in un certo senso essere utilizzato contro di lui, perché è come se indirettamente ammettesse almeno il sospetto di essere padre.

Risarcimento danni per mancato riconoscimento

Quando si parla di mancato riconoscimento viene da sé la relativa mancanza del genitore nella vita del figlio e della famiglia, ed è chiaro che tale comportamento può causare pregiudizi al figlio cresciuto senza un genitore.

Per questo la legge prevede la possibilità di chiedere il risarcimento dei danni subiti durante tutto il periodo di assenza, l’ammontare sarà deciso dal giudice al momento dell’emissione della sentenza che dichiara la paternità e da questa deriverà, oltre al risarcimento dei danni:

- il diritto di prendere il cognome del padre

- il diritto di poter succedere alla sua eredità

- il diritto al mantenimento

- il rimborso delle spese sostenute negli anni.  

Come chiedere il risarcimento dei danni

Il risarcimento dei danni va chiesto al giudice, ed è l’avvocato incaricato che dovrà formulare la relativa domanda corredandola delle prove dei pregiudizi subiti dal figlio durante gli anni di assenza.

Naturalmente, per il risarcimento economico è necessario provare il nesso causale tra il comportamento del padre e i danni causati al figlio non ancora riconosciuto. Tuttavia, è bene sapere che nella determinazione dell’ammontare il giudice terrà conto non solo dei danni patrimoniali, ma anche di quelli morali.  

Quanto costa una causa per riconoscimento di paternità

Lo scopo del riconoscimento di paternità è quello di dare un volto al genitore mancato per tanto tempo, e a dirla tutta nn sono rari i casi di uomini e donne anche adulti che non hanno mai incontrato il proprio padre.

Si tratta indubbiamente di situazioni molto delicate che necessitano di una difesa e assistenza da parte di avvocati specializzati, i cui onorari variano a seconda della difficoltà del caso, ma in genere oscillano tra i 1.000 e 1.500 euro.

Attenzione, perché alla parcella dell’avvocato andranno aggiunte altre spese legali relative al deposito dei documenti in tribunale, alla notifica degli stessi, al pagamento per la registrazione della sentenza ecc.

Quanto dura una causa per accertamento della paternità

È difficile quantificare il tempo di durata di una causa, in parte perché dipende dalla difficoltà del caso e in parte perché purtroppo la giustizia italiana è un po’ lenta.

Certo se non ci sono eccessive contestazioni da parte del presunto padre il procedimento sarà più lineare e snello, diversamente se su ogni punto vi sarà una obiezione della controparte la situazione si complicherà.

Per questo è fondamentale affidarsi ad un buon team di avvocati esperti soprattutto in diritto di famiglia, i quali dopo aver esaminato la situazione potranno certamente dare un risposta più concreta sulle tempistiche della causa e fornire un preventivo che inevitabilmente sarà tanto più alto quanto più lunga e complessa sarà la causa. Anche il fattore economico è importante, e senza dubbio ognuno tende a cercare un avvocato low cost per difendere i propri diritti, senza che ciò significhi rinunciare ad una competente difesa legale.

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