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Cos’è la comunione ereditaria – consulenza legale


Casa in eredità: avvocato per divisione

La comunione ereditaria sorge nel momento in cui chi muore lascia più eredi, i quali accettando l’eredità, diventano comproprietari di tutto il patrimonio del de cuius nelle quote stabilite dalla legge, se si tratta di eredi legittimi, oppure nelle quote stabilite dal soggetto defunto nel testamento.

La comunione permane finché gli eredi non procedano con un atto pubblico di divisione, in forza della quale a ciascuno verrà attribuita una quantità di beni proporzionale alla quota di eredità ricevuta.

La persistenza della comunione, chiaramente fa sorgere delle problematiche perché non è possibile disporre autonomamente dei beni, ad esempio un erede non può vendere un terzo della casa in eredità, o ad esempio la frazione di un terreno ecc. perché essi sono titolari di una quota sull’eredità considerata nel suo complesso, e non ancora di ciascun singolo bene che la compone. Questo avverrà solo dopo la divisione.

È per questo che le liti tra eredi sono all’ordine del giorno e gli avvocati si ritrovano sempre a dover bilanciare i relativi interessi fino a giungere in Tribunale ove non sia possibile altra soluzione.

Come vanno divisi i beni ereditari

I beni ereditari si dividono con un atto di divisione che deve essere stipulato da un notaio, tuttavia non è sempre agevole dividere in maniera equa e precisa i beni tra gli eredi, ad esempio perché si tratta di un unico immobile indivisibile, oppure perché non ci sono beni a sufficienza per soddisfare le pretese di tutti e allora è possibile configurare anche dei conguagli in denaro in favore di chi ha ricevuto beni in misura inferiore rispetto agli altri.

Ad ogni modo il piano di riparto dei beni necessita di una serie di valutazioni tecniche volte a valutare il valore economico e la loro eventuale divisibilità in natura. Si consiglia di affidarsi subito ad avvocati esperti in successione per tutelare al meglio i propri interessi.

Nella comunione ereditaria si pagano anche i debiti?

La risposta è certamente affermativa. Tuttavia differentemente dai crediti, i debiti ereditari non finiscono in comunione nel senso che sono fin da subito ripartiti tra gli eredi in base alle loro quote, quindi questi sono subito chiamati a pagare.

Si pensi al caso in cui 2 fratelli siano istituiti nelle quote di 2/3 uno e 1/3 l’altro, a prescindere dalla divisione dei beni, gli eredi pagano fin da subito i debiti rispettivamente nella misura di due terzi e un terzo ciascuno.

Cosa fare se un erede non vuole la casa in eredità

Immaginiamo che tre fratelli eredi abbiano ereditato in parti uguali una casa dal proprio padre defunto, ma uno di loro abitando in una città diversa di fatto non può godere dell’immobile e dunque si rifiuta di pagare le tasse, le spese condominiali ecc. relative alla propria quota di comproprietà.

L’erede che non vuole più partecipare alle spese della casa può pretendere che questa sia venduta?

In questi casi occorre prima di tutto precisare che nella comunione ereditaria non vale la regola della maggioranza, cioè se su tre fratelli due non vogliono vendere questi non possono obbligare l’altro, che invece vuole liberarsi dell’immobile, a rimanere proprietario contro il proprio volere per giunta dovendo pagare tutte le spese connesse.

Allora la soluzione risiede nella decisione del giudice, ciò vuol dire che il coerede che vuole vendere deve, con l’assistenza di un avvocato, rivolgersi all’autorità giudiziaria e chiedere la divisione dell’immobile in modo da gestire autonomamente la propria quota. Tuttavia, il giudice dovrà in primis valutare se l’immobile in questione è o no divisibile in distinte e autonome unità, si pensi ad esempio ad una villetta con ingressi separati.

Se ciò non è possibile, il giudice offre agli altri eredi la possibilità di acquistare la quota dell’erede che vuole liberarsi della casa e solo nel caso in cui neppure questa strada sortisce effetti, la casa in eredità sarà venduta all’asta con ripartizione del ricavato tra gli eredi.

Chi deve pagare le spese della casa in eredità

Finché la casa in eredità è in comunione o comunque appartiene a tutti gli eredi, le spese relative a tasse, imposte, spese condominiali e simili gravano su tutti, a prescindere dal fatto che solo uno di essi possa in concreto goderne.

Una volta avvenuta la divisione in natura, se possibile, ciascun erede potrà vendere la propria quota della casa e non dover più pagare le spese.

Avvocato per liti tra eredi

Le problematiche ereditarie sono molto frequenti, soprattutto quando c’è di mezzo un ingente patrimonio che il de cuius non ha diviso in maniera precisa tra gli eredi.

Nel caso qui trattato, la lite riguarda la comunione relativa ad una casa in eredità che certamente non può essere imposta, ma che al contempo va sciolta seguendo un’apposita procedura che può comportare anche l’intervento del giudice.

Ecco perché, la consulenza dell’avvocato è necessaria nella fase iniziale di tentativo di conciliazione tra gli eredi, ma poi diventa obbligatoria per l’ipotesi in cui debba intervenire il giudice con una divisione giudiziale.

In circostanze gravi è anche possibile impugnare la decisione del giudice o la divisione disposta dagli stessi eredi, attraverso la presentazione di un ricorso, magari perché non conforme alle quote ereditarie spettanti o perché non rispondente alla volontà del testatore. Considerata la delicatezza della materia e le innumerevoli varianti del caso, si suggerisce di rivolgersi il prima possibile ad un avvocato esperto per una prima consulenza legale e valutare la possibilità di agire in giudizio.

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