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Diffida legale: che valore ha?


Diffida legale: cosa succede se non rispetto il termine?

La diffida legale, più comunemente conosciuta come “lettera dell’avvocato”, è un atto stragiudiziale nel senso che previene l’avvio di una causa in Tribunale e ha il fine di realizzare le pretese del soggetto creditore senza ricorrere al giudice.

Si pensi ad esempio ad un fornitore che non riceve il pagamento della merce, oppure ad un vicino che non assume un comportamento diligente magari perché invade il terreno altrui o lascia il proprio cane in giardino ad abbaiare tutto il giorno, o ancora all’affittuario che ha mensilità arretrate da pagare.

Va subito precisato che la diffida può anche essere scritta e inviata personalmente, in quanto non è obbligatoria la firma dell’avvocato, proprio perché non si tratta di un atto processuale. Questa soluzione è sicuramente più economica, ma al contempo potrebbe risultare meno efficiente data la tecnicità del contenuto della lettera che difficilmente è conosciuta da un normale cittadino.

Cosa va indicato nella diffida legale?

In casi simili a quelli indicati nel paragrafo precedente o comunque in generale ogni qualvolta vi siano delle pretese non adempiute, è possibile chiedere al proprio consulente legale di fiducia di scrivere e spedire una lettera di diffida al debitore, conferendo così autorità e solennità alla stessa, in cui indicare:

- la pretesa del creditore e le motivazioni che ne sono alla base

- il termine entro il quale adempiere alla richiesta del creditore e le relative modalità

- l’avviso di prosecuzione in giudizio in cado di inadempimento.

Naturalmente, i tempi per adempiere non possono essere eccessivamente stringenti perché devono garantire al debitore la possibilità di eseguire la prestazione cui è tenuto, ad esempio pagare le mensilità arretrate, porre rimedio in caso di fastidi al vicino ecc., con la conseguenze che ove il tempo messo a disposizione sia troppo limitato, ad esempio 1 giorno, esso potrà essere contestato.

Come rispondere all’avvocato

La risposta alla lettera di un avvocato deve avvenire con mezzi che ne garantiscano l’effettiva conoscenza, e cioè preferibilmente mediante Pec o lettera raccomandata con ricevuta di ritorno.

Occorre poi prestare moltissima attenzione alla risposta che si dà, altrimenti si rischia di peggiorare la propria posizione, ad esempio se si ritiene di non essere debitore allora sarà opportuno affermare l’inesistenza di qualunque rapporto obbligatorio ma non la non esattezza del credito indicato nella lettera perché in tal modo si ammette implicitamente di essere debitore.

Quello fatto è solo un esempio, ma utile per accogliere il suggerimento di confrontarsi con un avvocato prima di rispondere alla diffida ricevuta, il quale certamente saprà:

- valutare con attenzione la situazione

- raccogliere prove schiaccianti per difendere il proprio cliente

- rispondere in maniera precisa e dettagliata presumibilmente per risolvere in modo amichevole la controversia, senza ricorrere a procedimenti giudiziari lunghi e costosi se non quando sia strettamente necessario.

Cosa succede se non rispetto i termini della diffida

Partiamo con il dire che i termini indicati nella diffida legale non sono perentori come quelli processuali, quindi il mancato rispetto degli stessi non determina automaticamente l’avvio di azioni esecutive, come ad esempio il pignoramento della casa.

A bene vedere, infatti, l’effetto principale della diffida non è tanto quello di ottenere una procedura esecutiva, piuttosto quello di garantire l’interruzione dei tempi di prescrizione del diritto del creditore che infatti ricominciano a decorrere da capo dal giorno in cui si riceve la lettera dell’avvocato.

Dunque, se non si rispettano i termini indicati nella diffida, non c’è nessun pregiudizio diretto per il debitore, poiché come già sottolineato la lettera non è un atto obbligatorio ma una sorta di “avvertimento” volto al debitore. Tuttavia è probabile che in sede processuale il giudice nell’emettere la sentenza tenga conto anche della mancata collaborazione del debitore nel risolvere amichevolmente la controversia.

Avvocato per citazione in giudizio

Nell’ipotesi in cui, a seguito dell’invio della lettera di diffida, la pretesa creditoria non trova soddisfazione l’unica strada percorribile per tutelare i propri diritti ed ottenere l’adempimento da parte del debitore è quella giudiziale.

Ciò vuol dire che occorrerà rivolgersi ad un avvocato specializzato nella controversia di riferimento, il quale consiglierà al proprio cliente la strategia difensiva da attuare e con tutta probabilità darà avvio ad una causa in Tribunale con la predisposizione di un atto di citazione da depositare in Cancelleria e notificare al debitore.

Avviare una causa presenta chiaramente dei costi legali, comprensivi sia delle spese vive per le consulenze dell’avvocato, sia delle spese di notifica, deposito atti, rilascio copie, certificati ecc. Ecco perché prima di scegliere l’avvocato al quale affidarsi è opportuno, oltre che essere un diritto di ciascun possibile cliente, chiedere un preventivo scritto su tutte le spese legali e solo successivamente affidarsi a colui che risulta essere l’avvocato più economico, ma facendo sempre attenzione alla sua esperienza in materia.

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