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Avances sul posto di lavoro: è reato?


Avances sul posto di lavoro: è reato?

Le avances sul posto di lavoro sono molto diffuse, soprattutto nel privato e nei confronti di dipendenti che sono in attesa di rinnovo del contratto o che lavorano in nero. Ciò non vuol dire che non esistano situazioni del genere anche nel lavoro pubblico e purtroppo è altrettanto vero che nella maggior parte dei casi le vittime sono le donne.

È bene, però, capire quali sono concretamente gli atteggiamenti che implicano avances e che hanno una rilevanza penale. Per il reato di violenza sessuale non è necessaria la consumazione del rapporto, ma è sufficiente una semplice “toccata” di parti intime, una mano sulla coscia o sul seno, o in alcuni casi anche solo espressioni volgari che urtano la sensibilità del dipendente.

Oltre alla violenza sessuale, si può incorrere nel reato di violenza privata e nel reato di mobbing a lavoro, ma per difendersi occorre presentare una querela contro il responsabile e preferibilmente affidarsi fin da subito ad un buon avvocato esperto in materia.

Avances e atti sessuali

Quando le avances sul lavoro non sono più delle semplici lusinghe, ma vanno oltre, è possibile che si configuri il reato di violenza sessuale.

Tuttavia, va chiarito cosa siano gli atti sessuali e per fare ciò si ricorre:

- ad una valutazione oggettiva secondo cui l’atto sessuale è quello che riguarda le zone del corpo capaci di stimolare istinti sessuali

- e ad una valutazione soggettiva secondo la quale rileva non tanto la parte del corpo interessata, ma anche il comportamento effettivo del responsabile, teso inevitabilmente a raggiungere un piacere sessuale.

Va detto che tali valutazioni devono essere compiute dal giudice in base alle prove fornite dalla vittima e dal proprio avvocato difensore. Solo l’autorità giudiziaria, infatti, può stabilire se le avances avvenute sul posto di lavoro implicano o meno il reato di violenza sessuale.

Quali sono gli atti sessuali?

In più occasioni, la Corte di Cassazione ha dato delle linee guida per capire quando si può parlare di atti sessuali, e cioè:

- palpeggiamenti, sfregamenti sulle parti intime, anche sopra i vestiti;

- congiunzione carnale, di qualunque tipo

- qualsiasi altro atto che pur non essendo fisico, ma ad esempio solo verbale, sia idoneo a soddisfare il piacere sessuale di chi lo compie e a mettere in pericolo la libertà personale della vittima.

Certamente, in questi casi, l’errore più grande sarebbe quello di non denunciare, per timore, imbarazzo o altro, e al massimo se si è spaventati dalle conseguenze sarebbe più opportuno parlarne prima con un avvocato, e capire se l’accaduto può, o non, avere rilevanza penale.

Un buon avvocato, in questi casi, sarà in grado di fornire anche un sostegno psicologico e morale al proprio cliente ed è per questo che è importantissimo scegliere l’avvocato con cura. 

Avvocato: come dimostrare le avances a lavoro

La vittima di avances sul luogo di lavoro, deve necessariamente dare prova delle stesse per tutelare le proprie ragioni.

La prova può consistere in:

- registrazioni sul luogo di lavoro, se ad esempio sono presenti telecamere negli uffici;

- messaggi, chiamate o biglietti scritti, si pensi ad esempio al capo che lascia sulla scrivania della dipendente una lettera dal contenuto molesto, quindi è opportuno conservare tutto;

- testimonianze di altri colleghi che hanno subito le stesse avances.

Laddove nessuna di queste prove sia disponibile, il giudice si limiterà ad ascoltare la vittima e sulla base delle dichiarazioni verbali fornite deciderà sull’accaduto.

A volte anche alcuni comportamenti possono testimoniare indirettamente la sincerità della vittima, un esempio, realmente accaduto, riguarda le dimissioni dal posto di lavoro da parte di una dipendente sofferente a delle continue avances.

Cosa rischia chi fa avances a lavoro

Chi fa avances sul luogo di lavoro rischia, a seconda della gravità di compiere:

- reato di violenza sessuale, per cui si è puniti con la reclusione da 6 a 12 anni;

- reato di violenza privata, per il quale si è puniti con la reclusione fino a 4 anni;

- reato di stalking, punibile con la reclusione da 1 anno a 6 anni e 6 mesi.

Come è evidente le conseguenze sono molto gravi, e nonostante gli indegni comportamenti del responsabile, anche questi ha diritto ad essere difeso da un avvocato penalista, quanto meno per avere una pena proporzionale agli atti compiuti.

Cerca avvocato online per difenderti

La ricerca di un bravo avvocato, disponibile, empatico e che crede nel lavoro che fa non è affatto semplice. Soprattutto in casi simili a questo, in cui oltre ad un supporto legale è necessario anche un sostegno psicologico e morale della vittima, bisogna procedere con cautela e scegliere il professionista più adatto al proprio caso.

La ricerca va orientata in primis verso avvocati penalisti e avvocati del lavoro, dato che le materie si avvicinano nell’ipotesi di avances sul luogo di lavoro, in secondo luogo trovare un avvocato economico e allo stesso tempo preparato è sempre un vantaggio.

Oggi cercare l’avvocato è più semplice, e anche attraverso questo portale è possibile trovare l’avvocato online in semplici mosse!

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