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Risarcimento dall'ospedale: l'avvocato può richiedere la consulenza medica?


Avvocato per risarcimento ospedale

Nella difesa legale di una persona che lamenta di aver subito lesione dei propri diritti in ospedale, l'avvocato per il risarcimento del danno può consultare anche medici e professionisti sanitari? Questo parere può dare più valore e fondatezza alla richiesta?

Se pensi di essere stato vittima di un caso di malasanità o di errore medico, quello di cui hai bisogno per far valere i diritti da paziente è un avvocato specializzato in risarcimento dei danni da responsabilità medica.

Ancora oggi, nonostante le evoluzioni in campo medico, sia a livello scientifico che a livello materiale (strutture, macchinari, medicinali ecc.) è ancora molto alto il livello di incidenti nelle strutture ospedaliere dovuti ad esempio ad errori nella diagnosi, ritardi nei soccorsi, disservizi nei ricoveri ospedalieri, dimissioni superficiali ecc., che possono determinare danni, anche gravi, alla persona.

Ma non bisogna dare subito per scontato che ci sia stato un errore del medico o un problema legato alla struttura ospedaliera, al contrario è essenziale condurre una corretta analisi caso per caso per ricostruire la storia degli avvenimenti e capire con la consulenza di un avvocato se conviene oppure no finire in causa con l’ospedale.

I vantaggi di una consulenza medica prima di fare causa

La scienza medica richiede anche una parte di intuito e sangue freddo nell'espletamento della professione, che si mette in pratica coerentemente con l'applicazione delle procedure standard. Ciò va premesso per chiarire fin da subito che per chi non dispone di competenze mediche, non è di certo facile dire a priori se una diagnosi e/o un intervento sono stati eseguiti in modo diligente e se e quando possano riscontrarsi colpe e/o responsabilità personali di qualche tipo.

In alcuni episodi più plateali ciò può magari essere più facile ma non sempre, visto anche l'alto livello della sanità in Italia, è così. Tanto che perfino tra colleghi a volte può non essere facile giudicare l'operato di un medico. Tuttavia sicuramente essi dispongono di maggiori strumenti per esprimere un giudizio.

Ecco perché non è raro che, prima di intraprendere una causa contro una struttura sanitaria, l'avvocato chieda un parere medico professionale. Questa diligenza tendenzialmente esonera anche l'avvocato nel caso in cui il perito tecnico nominato dal giudice arrivi a conclusioni diverse dal consulente incaricato in queste fasi propedeutiche. Perché "tendenzialmente"? Perché chiedere una consulenza medica non esonera il professionista legale da ogni responsabilità in senso assoluto.

L'avvocato è responsabile di quello che dichiara il medico?

Se è vero che non potrà entrare nel merito dei concetti sanitari del parere medico, l'avvocato resta sempre e comunque il responsabile ultimo della difesa del cliente. In quanto tale spetta a lui l'analisi della documentazione fornita per accertarne la coerenza sotto il profilo logico-giuridico e decidere se del caso con quale azione agire per ottenere il risarcimento danni da parte dell’ospedale.

Naturalmente non avendo le medesime conoscenze di un dottore l’avvocato potrà limitarsi solo a valutare la veridicità delle informazioni dichiarate, la linearità delle esposizioni e la conseguenzialità degli avvenimenti.

Non bisogna dimenticare infatti che la responsabilità dell’ospedale potrà esserci solo laddove venga dimostrato un nesso di causalità tra i danni arrecati al paziente e il comportamento del medico o le condizioni della struttura sanitaria.

Quanto tempo c’è per fare causa all’ospedale?

L’azione di risarcimento dei danni verso l’ospedale deve essere promossa entro 10 anni dal giorno in cui il paziente ha ricevuto il danno, se ovviamente è stata accertata la responsabilità della struttura ospedaliera, del medico ecc.

Dopo tale termine l’azione va in prescrizione e non è più possibile citare in giudizio il responsabile.

Quanto alla liquidazione delle somme, invece, nel caso di risarcimento per malasanità il tempo previsto è di 2 o 3 anni al massimo.

Morte di un paziente in ospedale: chi ha diritto al risarcimento?

In primis occorre dire che si può parlare di risarcimento danni solo quando la morte del paziente sia stata causata da un responsabile all’interno dell’ospedale, ad esempio un infermiere, un medico, un chirurgo ecc. Al contrario, se la morte avviene a seguito di una malattia, che con tutta probabilità avrebbe già di per sé condotto a questo triste epilogo, non si potrà fare causa all’ospedale.

Chiarito questo, ad avere diritto al risarcimento per morte sono tutti i parenti per linea retta e collaterale del defunto: padre, madre, fratelli e figli. Ciò non toglie che in alcuni casi possono essere risarciti anche gli ascendenti o discendenti più lontani come i nonni o i nipoti.

Come chiedere il risarcimento per morte

Certamente non si può agire da soli per richiedere un risarcimento danni all’ospedale, ma occorrerà l’assistenza di un consulente legale specializzato in casi di errore medico o di malasanità.

In genere lavvocato scelto avvierà il procedimento con una normale lettera di diffida destinata alla struttura ospedaliera, corredandola di opportuna documentazione che attesti la presunta responsabilità dell’ospedale (presunta perché finché non vi sarà sentenza del giudice che accerti la responsabilità, l’Ospedale non potrà essere dichiarato colpevole a tutti gli effetti).

Se l’ospedale riconosce la sua responsabilità senza fare opposizione allora i consulenti legali di entrambe le parti potranno cominciare ad accordarsi sulle somme da liquidare, al contrario l’avvocato procederà con azioni più incisive.

Quanto dura una causa contro l’ospedale: consulenza legale

Il diritto non è fatto di tempistiche certe proprio perché deve adattarsi alle specifiche circostanze che di volta in volta vengono a crearsi ed è evidente che sarebbe poco corretto indicare una durata massima di un processo per malasanità.

È anche vero che la legge cerca sempre di rendere i processi più snelli ma comunque non si può affermare a priori quanto durerà la causa. Dipende dal tempo necessario per raccogliere tutti i dati, dalla ricostruzione della storia, dalla gravità della vicenda ecc. Ad ogni modo, nella prassi le cause contro gli ospedali non durano meno di 4 anni.

Anche in questo un buon avvocato fa la differenza, perché accorciare i tempi è sinonimo di impegno e dedizione nella ricerca di prove e documenti per assicurare a ciascuna parte la tutela dei propri diritti, sia che l’avvocato difenda la persona lesa sia che difenda la struttura ospedaliera accusata.

L'importanza della specializzazione dell'avvocato

Perché anche in queste cause è tanto importante affidarsi ad un avvocato specializzato in casi di malasanità se comunque si chiede spesso il parere medico per questioni più tecniche e prettamente sanitarie?

L'esperienza sul campo aiuta sempre, quantomeno sotto il profilo legale.

Ad esempio può essere cruciale nella scelta dei convenuti, ovvero se citare in giudizio tutta la struttura o solo uno o alcuni medici. La consulenza del CTP può essere di aiuto anche in questo senso, orientando nell'individuazione dei veri responsabili. D'altra parte per l'attore tendenzialmente sarà più semplice ricorrere per responsabilità di tipo contrattuale, e quindi citare la struttura, piuttosto che aquiliana (sul singolo).

In questo senso spinge anche la legge Gelli-Bianco (legge n. 24 del 2017). Provare la condotta colposa o l'omissione asseritamente causativa del danno per agire per responsabilità extracontrattuale contro il medico può essere un percorso ad ostacoli.

Il consiglio più opportuno è quello di contattare il prima possibile il proprio avvocato di fiducia, se ne si ha già uno, oppure di cercare un avvocato esperto in questo delicato settore del diritto per esporre la propria situazione, così da individuare la difesa più forte in giudizio.

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Nei casi più gravi può configurarsi una responsabilità penale in capo al medico, tuttavia anche in sede civile può esserci responsabilità e in questi casi l’avvocato civilista valuterà l’ipotesi di esperire un’azione civile contro l’ospedale, lo studio medico o la clinica ai fini di ottenere un risarcimento economico.

In seguito alla Riforma Gelli, entrata in vigore l’1 aprile 2017, la vittima di malasanità ha 10 anni di tempo per procedere con la richiesta di risarcimento nei confronti dell’ospedale o della clinica privata e 5 anni per ottenere un ristoro economico direttamente dal medico. La prescrizione decorre dal momento in cui il danno viene palesato perché a volte i sintomi e le conseguenze non sono da subito evidenti ma si manifestano nel tempo.

Ad ogni modo, in linea generale per i casi di malasanità, può essere un vantaggio cercare subito un Avvocato Specializzato in Risarcimento danni contro l’ospedale ed agire tempestivamente, senza attendere che si avvicini il termine di prescrizione del diritto e non appena si evidenzi il danno.

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