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Revenge Porn: quando è reato


Vittima di Revenge Porn: difesa legale dell'avvocato

Alcuni casi di cronaca recenti hanno riportato alla luce la problematica del revenge porn, figlio di internet e della digitalizzazione. Approfittiamo di questo scenario per ricordare che la legge italiana ha riconosciuto al revenge porn la qualifica di reato, definendolo letteralmente come “vendetta porno” e che punisce la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti.

Il riferimento normativo è contenuto all'articolo 612 - ter introdotto nel codice penale ad agosto del 2019. Finalmente il revenge porn è stato individuato come un delitto autonomo e non occorre più associarlo ad altre fattispecie giuridiche per garantire alla vittima una difesa penale da parte dell’avvocato.

Come capire di essere vittima

Purtroppo i casi di revenge porn sono molto più diffusi di quanto si crede e colpiscono sia uomini che donne, anche se queste sono le vittime maggiori.

Chi si trova a veder diffuse proprie foto o video spinti di nudo, di rapporti sessuali avvenuti in privato senza acconsentire alla circolazione di tale materiale, subisce revenge porn qualora ciò accada, naturalmente, a sua insaputa.

Su questi tristi avvenimenti i giudici sono stati chiamati ad esprimersi spesso, quindi disponiamo di una corposa giurisprudenza penale a cui attingere e che nelle ipotesi più frequenti riguarda un ricatto personale nei confronti di persone legate al colpevole da rapporti sentimentali.

Si pensi ad esempio ad una relazione amorosa finita male in cui il partner che viene lasciato ricatta l’altro al fine di ritornare insieme.

A chi va segnalato il reato di Revenge Porn?

Oltre alla qualificazione del revenge porn quale reato, un altro importantissimo intervento della legge italiana ha comportato l’introduzione all’interno del “Codice in materia di protezione dei dati personali” dell’art 144-bis "Revenge Porn" in forza del quale si prevede che:

"chiunque, compresi i minori ultraquattordicenni, abbia fondato motivo di ritenere che immagini o video a contenuto sessualmente esplicito che lo riguardano, destinati a rimanere privati, possano essere oggetto di invio, consegna, cessione, pubblicazione o diffusione senza il suo consenso in violazione dell'art. 612-ter del codice penale, può rivolgersi, mediante segnalazione o reclamo al Garante".

Dopo l’invio della richiesta, ed entro il termine di 48 ore il Garante della Privacy provvederà a predisporre le opportune indagini.

Se poi, vittime di revenge porn dovessero essere dei minori, la richiesta potrà essere inviata anche dai genitori o in assenza da chi esercita tutela nei confronti dei minori.

Certamente, questo metodo offre una tutela diretta e soprattutto discreta, ma farsi affiancare da un avvocato penalista ha l’indubbio vantaggio di una strategia difensiva più forte. Bisogna cercare di distaccarsi dal quel sentimento di vergogna che ci pervade in queste situazioni, e il primo passo per abbattere questi crimini è renderli noti con il supporto di professionisti legali specializzati.

Come avviene la condivisione delle immagini?

Prima di tutto occorre capire quali sono le immagini che, se diffuse arbitrariamente, implicano reato di revenge porn. Può trattarsi di selfie che la stessa vittima aveva inviato al proprio partner, pensando che rimanessero nella sfera privata, di fotografie scattate insieme in momenti di intimità oppure di riprese avvenute di nascosto senza che la vittima ne fosse al corrente.

Chiarito ciò, la diffusione può avvenire in rete, via email oppure tramite cellulari e comporta in tutti i casi una violenza in primis psicologica per la vittima che si sente umiliata, violata nella sua dignità personale e soprattutto in imbarazzo nei rapporti sociali.

Il ruolo di un buon avvocato allora non è solo quello di incriminare il colpevole e di garantire l’irrogazione della giusta sanzione, ma anche quello di ascoltare il proprio assistito, rendendosi disponibile e offrendo un supporto prima ancora che legale, umano e psicologico.

Chi sono i colpevoli di Revenge Porn

Facciamo subito chiarezza su questo punto: è colpevole di reato di Revenge porn solo colui che pubblica o scambia il materiale pornografico sul web, tramite cellulari o con qualunque altro mezzo di diffusione.

Non è invece incriminato di tale reato chi si limita a guardare dal proprio cellulare il materiale sensibile, quindi chi fa da mero spettatore passivo non rischia nulla, a patto che non abbia scaricato il materiale sul proprio computer o sul proprio cellulare.

In questo ultimo caso infatti, se si tratta ad esempio di immagini di minori, si rischia di essere accusati di detenzione di materiale pedopornografico.

Minaccia di revenge porn: Consulenza legale

Anche la sola minaccia di diffusione di materiale intimo ha rilievo penale e dunque può essere oggetto di denuncia, con applicazione di specifiche sanzioni per il colpevole.

Al di là delle conseguenze penali, avere una consulenza legale con il proprio avvocato di fiducia può essere liberatorio e al tempo stesso difensivo per i propri diritti, perché spesso il fine dell’autore del reato è solo quello di esercitare una pressione psicologica sulla vittima, magari per vendicarsi di un torto subito, quale ad esempio un tradimento coniugale o la rottura di un fidanzamento.

Qualunque sia la ragione che spinge il colpevole ad agire, non c’è giustificazione e il tempestivo intervento di un consulente legale è quanto mai necessario per fornire prima di tutto supporto psicologico alla vittima.

Come si denuncia il Revenge porn

Se la vittima è un minore o una donna in gravidanza, il reato è procedibile d’ufficio e ciò significa che chiunque, non solo la vittima può presentare la denuncia per far avviare le indagini, e questa scelta legislativa è giustificata dalla necessità di proteggere soggetti più deboli.

Al di là di questa particolare ipotesi, il reato di revenge porn può essere denunciato solo mediante querela di parte, quindi solo la vittima diretta può presentarla.

Ad ogni modo, la segnalazione al Garante della Privacy può farla chiunque: parenti, amici, conoscenti, il proprio avvocato ecc.

Che cosa prevede il reato: la sanzione

La normativa penale sanziona il revenge porn con la pena da 1 a 6 anni di reclusione, a condizione che la cessione del contenuto sessualmente esplicito avvenga "senza il consenso dell’interessato". 

Può accadere che chi commette reato di revenge porn, spaventato, cancelli subito il materiale. Questo da una parte è un bene ma dall'altro il rischio è di cancellazione delle prove. In questo caso ad esempio le testimonianze di chi ha visto foto o video privati online può essere di aiuto per la denuncia.

Se la confessione avviene per scritto è opportuno conservare tutta la documentazione fotografica che può essere utile in corso di giudizio. Non serve sottolineare che prima si contatta l'avvocato penalista per farsi assistere, e minori saranno gli effetti pregiudizievoli del reato.

Ad ogni modo, occorre sempre mettere da parte la vergogna e ricordarsi di essere vittime che hanno bisogno di aiuto. Mai pensare di essere anche solo in parte colpevoli, spesso infatti si innesca un meccanismo mentale ce fa sembrare quasi legittimo il comportamento del colpevole.

Avvocato penalista per revenge porn

Trattandosi di una fattispecie di reato nuova, sono diversi i dubbi da chiarire. Prima di tutto è opportuno sapere che chiunque abbia anche solo il timore o il sospetto che materiale intimo che lo riguardi possa essere divulgato contro la sua volontà può già agire per difendersi.

Non occorre quindi che la condotta sia stata effettivamente messa in pratica o almeno non è requisito necessario per attivare la tutela legale. La normativa penale, infatti, offre una tutela preventiva, prima che il danno sia compiuto, in altre parole.

Il primo passo è la diffida: non serve una forma specifica per allertare chi possiede il materiale della non autorizzazione alla divulgazione pubblica. E' sufficiente all'uopo anche inviare un messaggio su Whatsapp. La doppia spunta blu è idonea a confermare la ricezione. Se invece il materiale è stato pubblicato la prima cosa che puoi fare è chiedere alla piattaforma la rimozione. Di norma questa avviene entro 24 ore dalla segnalazione. Inoltre rivolgersi all'avvocato esperto in diritto penale aiuta ad ottenere il giusto risarcimento per il danno subito.

La consulenza legale con un buon avvocato può essere di aiuto anche per scegliere quale strada seguire tra diverse alternative possibili:

  • Segnalazione diretta al Garante della Privacy;
  • Querela alla Polizia Postale etc.

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