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Separazione consensuale non significa senza avvocato


Separazione consensuale non significa senza avvocato

Soprattutto dopo la quarantena forzata è stato registrato un aumento di separazioni, consensuali o giudiziali. Anche i problemi economici legati alla pandemia potrebbero aver fatto vacillare i legami meno resistenti. Molti partner, d’accordo nella scelta, cercano su internet come separarsi senza avvocato pensando che in questo si concretizzi la separazione consensuale.

Non è propriamente esatto, da un lato perché l’assistenza legale è prevista dalla stessa legge, dall’altro perché la delicatezza di queste situazioni, aumentata soprattutto dalla presenza di figli minori e di difficoltà economiche, implica la necessità di farsi aiutare da un professionista legale che sia esperto nel diritto di famiglia e ancor più nello specifico nel settore delle separazioni e dei divorzi.

Si pensi a tutti quei litigi tra coniugi legati all’assegno di mantenimento, al diritto agli alimenti, al mantenimento dei figli ecc.

Cosa significa separazione consensuale

Partiamo dai termini: consensuale indica che c’è un consenso di base e si contrappone alla separazione giudiziale di fronte ai giudici. Gli accordi tra i coniugi riguarderanno gli aspetti economici e, se presenti, quelli relativi alla gestione dei figli. Non sempre è possibile procedere con la separazione consensuale proprio perché ci si deve accordare su alcune questioni di cruciale importanza.

Se ciò avviene può essere utile poter contare sull’assistenza legale: gli avvocati sapranno guidare le parti nella predisposizione di accordi a norma di legge e che non violino i diritti di nessuno dei due. Sarà poi l’avvocato a presentare i suddetti accordi al tribunale. Il giudice ne verificherà l’omologazione alla legge e, escluso che siano contrari agli interessi dei minori, li convalida.

Quanto tempo ci vuole per fare una separazione consensuale

La separazione consensuale ha una procedura molto più snella che prevede dei tempi di circa 4 o 5 mesi, a seconda degli accordi che raggiungono i coniugi.

In questi casi è fondamentale la guida dei propri consulenti legali, per evitare ulteriori litigi e raggiungere prima possibile un punto di incontro soprattutto sulle questioni economiche, che sono le più dibattute.

Quanto tempo deve passare per il divorzio

Con l’introduzione della legge n. 55 dell’11 maggio 2015, cd. Legge sul Divorzio Breve, sono stati notevolmente ridotti i tempi per ottenere la sentenza di divorzio dopo la separazione consensuale.

Infatti, i coniugi hanno la possibilità di domandare lo scioglimento del matrimonio o comunque la cessazione degli effetti civili dopo 6 mesi dalla separazione consensuale, a condizione che questa sia stata ininterrotta.

Inoltre, è bene sapere che il termine di 6 mesi inizia a decorrere dall’accordo stragiudiziale, in caso di negoziazione assistita, oppure dall’udienza in Tribunale in caso di separazione conclusa davanti al giudice

Al contrario, nel caso di separazione giudiziale, i tempi sono più lunghi, anche perché più lunga è tutta la procedura e devono trascorrere 12 mesi prima di poter chiedere il divorzio.

Avvocato per separazione giudiziale: differenze

In caso di separazione giudiziale il coniuge notifica all’altro il ricorso davanti al Tribunale. Il giudizio, di cui sono parti soltanto i coniugi o al massimo i figli maggiorenni non autosufficienti che sono interessati all’assegno, consta di due fasi:

1. La prima fase si svolge davanti al presidente del Tribunale il quale convoca le parti per il tentativo di conciliazione, e in caso di esito negativo, per la determinazione di provvedimenti urgenti e provvisori che riguardano l’assegno di mantenimento, la fine della coabitazione, l’affidamento dei figli ecc.

2. La seconda fase prevede che il Presidente rimette le parti davanti al giudice per l’analisi della causa. Il giudice, quindi, in questa fase assume le prove, anche d’ufficio, ma si ritiene che non sia acquisibile la confessione stante la delicatezza dei diritti. In seguito il tribunale pronuncia sentenza non definitiva in relazione alla separazione giudiziale, con possibilità di ricorso in appello.

Separazione legale o separazione di fatto?

Altro interrogativo che assilla tutti è la differenza tra separazione legale e separazione di fatto. In realtà il codice civile disciplina in maniera analitica solo la separazione legale, che include tanto quella consensuale quanto quella giudiziale.

Alla separazione legale i coniugi giungono a seguito di una personale valutazione, nel senso che non sono ammessi accordi prematrimoniali che obbligano o impediscono di separarsi.

Diversamente, il nostro ordinamento non disciplina la separazione di fatto che consegue alla volontà unilaterale di un coniuge, dichiarata all’altro o ad un accordo tra coniugi, in cui è anche possibile che uno eroghi all’altro un assegno la cui misura è fissata di comune accordo, così come d’accordo è regolato il rapporto con i figli, ad esempio visite mediche, affidamento, indirizzo educativo ecc.

Tutto ciò avviene però senza alcun controllo giudiziario, mentre nella separazione legale è sempre necessario l’intervento del giudice.

Che valore ha la separazione di fatto?

Da un punto di vista strettamente legale, l’accordo di separazione di fatto è del tutto irrilevante, tuttavia ha la sua importanza in sede di computo del tempo ai fini del divorzio, nonché in tema di impedimento all’adozione e di successione nel contratto di locazione.

I vantaggi della separazione consensuale

Come si può facilmente intuire, separarsi in modo consensuale può contribuire ad accelerare i tempi e a ridurre i costi. Un altro vantaggio può essere evidenziato nel fatto che le parti non si limitano a recepire le disposizioni dei giudici ma diventano protagoniste dei loro interessi reciproci, proprio perché saranno gli stessi coniugi, con il supporto dei loro consulenti legali, a stabilire il contenuto degli accordi.

A volte si pensa di non poter procedere con la separazione consensuale perché i punti di scontro sono troppi. E innegabilmente, spesso, rabbia e rancore portano a questa situazione di conflitto insanabile, ma non sempre è così.

A volte si tratta solo di imparare a “litigare” in modo costruttivo. Ebbene un avvocato potrebbe essere utile per imparare a farlo senza arrivare alla separazione giudiziale. Ad ogni modo, in queste situazioni i dubbi che offuscano la mente sono tanti, sia da un punto di vista legale che affettivo ed economico e allora la decisione più saggia sarebbe quella di rivolgersi il prima possibile, anche online, ad uno studio legale divorzista e richiedere un preventivo gratuito oppure fissare una consulenza.

Avvocato economico per separazione consensuale

I costi di una separazione consensuale sono sicuramente più contenuti rispetto ad una separazione giudiziale, ad ogni modo non ci sono delle tariffe fisse poiché si dovrà tener conto di una serie di varianti legate alla difficoltà delle circostanze, agli interessi da tutelare ma anche e in special modo alla collaborazione mostrata dai coniugi nel raggiungere l’accordo di separazione.

L’equità del contenuto dell’accordo è garantita proprio dall’assistenza legale degli avvocati, in contrario si potrebbe avere una disparità di trattamento a danno del coniuge più debole.

In genere le spese legali da affrontare comprendono sia la parcella dell’avvocato, sia gli eventuali costi di notifiche, spedizioni di documenti ecc. e il cliente prima di incaricare definitivamente il proprio legale di occuparsi della separazione potrà sempre richiedere un preventivo scritto per avere consapevolezza dei costi da affrontare.

Trovare un avvocato economico in questi casi è sempre un vantaggio, ma si raccomanda di valutare comunque la sua esperienza e la sua competenza in materia, nonché la disponibilità verso i propri clienti.

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