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Cosa si intende per diffamazione?


Denuncia per diffamazione: difesa dell'avvocato

"Ti querelo", "mi ha diffamato". Non sempre queste espressioni sono usate propriamente nel gergo comune. Che cos'è la diffamazione? Quando costituisce reato e perché conviene rivolgersi ad un avvocato penalista specializzato?

In linea generale parliamo di diffamazione tutte le volte in cui viene lesa la reputazione di una persona davanti ad una molteplicità di altri soggetti ed in sua assenza (in modo che non possa difendersi).

Ci sono delle condizioni che escludono il reato di diffamazione. L'articolo 51 c.p. al primo comma prevede che “l’esercizio di un diritto o l’adempimento di un dovere imposto da una norma giuridica o da un ordine legittimo della Pubblica Autorità, esclude la punibilità”. Questa eccezione può essere rilevante soprattutto quando parliamo di diffamazione a mezzo stampa. In questo ambito si scontrano il diritto di informazione con quello all’onore delle persone protagoniste dei fatti raccontati. E' un bilanciamento sottile.

Diritto di cronaca e diffamazione: quando si supera il confine

Affinché ci si possa appellare al diritto di cronaca la notizia deve rispettare i requisiti di:

  • verità (corrispondere a fatti concreti e reali);
  • continenza (non deve contenere espressioni offensive o denigratorie che sono cosa diversa dai toni meramente polemici);
  • pertinenza (ovvero il fatto di cui si parla deve avere rilevanza sociale).

Perché si parli di diffamazione a mezzo stampa la notizia, oltre che infondata, deve essere atta a ledere le caratteristiche morali, intellettuali e professionali di una persona.

In questi casi un buon avvocato consiglierà al proprio assistito di presentare una denuncia-querela per diffamazione a mezzo stampa chiedendo quindi l’affermazione della responsabilità penale dell’autore dell’articolo, del direttore del giornale e il risarcimento del danno.

Il solo titolo del giornale può essere diffamatorio?

Ci si chiede se il solo titolo di un giornale sia sufficiente per integrare il reato di diffamazione oppure sia necessario che l’intero contenuto dell’articolo sia lesivo della reputazione altrui.

In verità secondo la legge italiana, anche il solo titolo è in grado di trasmettere notizie false al lettore e di orientare la sua presa di coscienza, soprattutto se costruito con espressioni forti e insensibili.

Quindi, il consiglio che ogni professionista legale darebbe è quello di non piegare la testa di fronte agli abusi dei giornali, perché i mass media possono rovinare la reputazione delle persone in maniera ancor più incisiva e il cittadino di fronte a questo deve reagire con la difesa di un avvocato specializzato.

Quando la diffamazione è reato

Se si parla male di qualcuno, è sempre reato di diffamazione? No!

È necessario dimostrare che la condotta integri almeno 3 presupposti e cioè:

- bisogna parlare alle spalle della persona, perché se lo si fa davanti allora si ha ingiuria, ma questa non è più reato dal 2016;

- la frase deve essere offensiva verso la persona e non una semplice critica, quindi è necessario che venga preso di mira il decoro personale e morale della persona;

- l’offesa deve essere comunicata ad almeno due persone, ma non è necessario che ciò avvenga nello stesso momento, anzi può avvenire anche in tempi e contesti differenti.

In poche parole, perché vi sia diffamazione, è sempre necessario che la medesima offesa rivolta ad una persona sia comunicata a più persone. Si pensi per esempio ad un ragazzo che parlando con i suoi compagni di scuola dà del poco di buono, del delinquente, del truffatore ad un altro suo coetaneo.

Tutte le possibili diffamazioni: avvocato penalista

La diffamazione di per sé per essere reato deve ledere la sfera personale della persona offesa, metterla in ridicolo o comunque compromettere la sua reputazione dinanzi ad altre persone.

Quindi ad esempio, dire che i quadri di un pittore non sono belli, non è diffamazione, perché è un mero giudizio e gusto personale. Stessa cosa se il datore di lavoro dà dell’incompetente ad un suo dipendente perché magari ha sbagliato un gran numero di pratiche, in questo caso infatti l’aggettivo seppur poco piacevole potrebbe essere giustificato dagli errori commessi nello svolgimento delle proprie mansioni.

Al contrario dire che un tale è un bugiardo, un malvivente, un impostore, un truffatore ecc. oppure accusare una donna di essersi sposata solo per soldi implica in tutto e per tutto una diffamazione.

Le prove della diffamazione

Per poter querelare una persona che parla male di un’altra, la vittima deve presentare determinate prove. Queste possono essere di diverso tipo, può trattarsi:

- della testimonianza di chi ha ascoltato la maldicenza e decide di raccontare l’accaduto davanti al giudice, anche se accade di rado,

- oppure se si tratta di offese messe per iscritto su chat, social network, blog online ecc. allora sembra possibile fare uno screenshot delle conversazioni e portarle in giudizio con valore di prove.

Differenza tra calunnia e diffamazione

Spesso si tende a confondere la diffamazione con la calunnia poiché entrambe ledono l’integrità personale della vittima. La calunnia però si differenzia dalla diffamazione perché prevede l’ipotesi in cui una persona incolpa un soggetto innocente di aver commesso un reato, denunciandolo alle forze dell’ordine.

Ma, elemento fondamentale è che il colpevole sia consapevole dell’infondatezza delle sue accuse verso l’innocente e abbia il solo obiettivo di recargli un danno.

Il reato di calunnia è punito con una sanzione molto severa, ovvero con la reclusione da 2 a 6 anni, che però può essere ulteriormente aumentata laddove vi fossero delle aggravanti.

Inoltre da un punto di vista procedurale, mentre la calunnia è un reato più grave e quindi sempre procedibile d’ufficio, la diffamazione necessita di una querela da parte della vittima.

Ingiuria: cos’è? Avvocato risponde

Altra figura simile alla calunnia e alla diffamazione è l’ingiuria, ma la prima differenza essenziale è che quest’ultima dal 2016 non è più reato, e infatti rileva soltanto da un punto di vista civilistico in quanto il colpevole è costretto a versare un indennizzo alla vittima e a pagare una multa in favore dello Stato.

Praticamente però anche l’ingiuria è un’offesa verso una persona.

Cosa si rischia con la diffamazione

Il reato di diffamazione è previsto dall’articolo 595 del codice penale il quale prevede che:

“Chi offende l'altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a 1 anno o con la multa fino a 1032 euro.

Se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a 2 anni, ovvero della multa fino a 2065 euro”.

Infine, qualora l’offesa sia stata recato col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità la pena è della reclusione da 6 mesi a 3 anni o una multa di importo non inferiore ai 516 euro.

Necessità di fare querela per diffamazione: Cerca avvocato

Ad ogni modo, che si tratti di diffamazione a mezzo stampa o di altro tipo, non si configura un reato procedibile d'ufficio. Ciò significa che tutto parte dalla querela della parte lesa, o presunta tale e con precisione la querela è consentita entro i tre mesi da quando la vittima della diffamazione è venuta a conoscenza del fatto lesivo.

L'aiuto di un avvocato può essere cruciale per sporgere querela e difendersi da tentativi di diffamazione. Per saperne di più e capire come muoversi, bisogna orientare la scelta del proprio consulente legale tra i professionisti che si occupano di questo specifico settore del diritto e cercare nello specifico un avvocato penalista specializzato in reati contro la persona di cui la diffamazione fa parte.  

Fondamentale è non affidarsi al primo avvocato che si incontra, ma fare delle proprie valutazione in ordine all’esperienza che il professionista ha, e in secondo luogo anche in base alla parcella che chiede. Oggi giorno, in un clima di forte crisi economica è chiaro che si tende a cercare il giusto compromesso tra un avvocato preparato e un avvocato low cost.

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